L’interiorità dell’essere umano è spesso un mistero, e statistica vuole che tra tutti gli esseri umani, i maschi siano quelli più incapaci di leggersi dentro, forse per abitudine e cultura, forse per condizionamento sociale o per chissà quale altro motivo.
Può darsi che l’incapacità di leggersi dentro sia legata a una semplice paura, quella che in fin dei conti proviamo tutti, ma essa può essere talmente forte, da bloccarci sul più bello. Comprendere da cosa tale paura nasca (nel mio caso era “paura del successo” e vi assicuro che mi ci è voluto un bel po’ di tempo per capirlo), diviene di fondamentale importanza. È una questione di quella che oggi viene chiamata Intelligenza Emotiva (della quale per primo ha parlato David Goleman), cioè la capacità di riconoscere e reagire in maniera adeguata alle emozioni e ai sentimenti che viviamo. La sua misurazione è tuttora ambito di discussione, ma questo a noi non interessa. A noi preme trovare un modo per riconoscere e dare un senso a quello che capita dentro di noi. Questo è lo scopo di questa prima parte del manuale. Eccovi il mio metodo.
Vorrei parlarvi, per iniziare, di una persona antica, vissuta più di duemila anni fa in Grecia. Andava in giro con una lanterna e cercava l’uomo. Vi spiego chi è.
Un uomo, una lanterna e la sua ricerca. Nella Grecia del quarto secolo avanti Cristo, circolava per le strade di Atene un uomo particolarmente strano. Veniva chiamato il cane, da cui il nome della “scuola” che da lui ebbe origine, quella del cinismo. Il suo vero nome era Diogene e proveniva da Sinope, una città della Turchia.
Ora, forse ne avrete sentito parlare e non intendo per nulla dirvi che dovete vivere come lui o che vivere come lui sia un bene: se non lo sapete, infatti, Diogene il cinico abitava nudo dentro una botte e non gli importava nulla delle convenzioni sociali (da qui il nomignolo di “cinico”, cioè “come un cane”, considerato all’epoca un animale impudente); faceva sesso in pubblico e arrivava a mangiare carne cruda. A me non interessa nulla di tutto questo, ma ciò che per me è fondamentale è una ricerca che gli viene attribuita, talmente importante, da essere divenuta mitica: circolava in pieno giorno con una lanterna in mano, affermando di cercare l’uomo.
Era scontato che la gente non sapesse cosa rispondergli e che, forse, lo prendeva per pazzo. Molti dopo di lui tentarono di rispondere proprio a quella sua domanda, senza riuscirci granché bene. Secondo due filosofi contemporanei, Giovanni Reale e Dario Antiseri, con questa sua ricerca, Diogene intendeva affermare quanto fosse difficile trovare un uomo che avesse davvero le caratteristiche che delineano il “vero” uomo, cioè un essere umano pienamente formato. Questo è un campo di lavoro che ha interessato davvero tanti filosofi, pensatori e pedagoghi, che a lungo si sono interrogati, senza riuscire a trovare una risposta definitiva.
Avete trovato l’uomo in voi? In effetti, questa stessa domanda vorrei porla a voi: avete trovato l’uomo dentro di voi? Per le donne la domanda è l’equivalente al femminile, ma il concetto è esattamente il medesimo: in cosa consiste il vero uomo, in cosa consiste la vera donna?
Tale domanda, che quasi mai affrontiamo esplicitamente, costituisce però come il silente sottofondo a ogni nostra azione, anche quando non ci pensiamo, perché ogni decisione che prendiamo su noi stessi e ogni riflessione che facciamo su di noi, non fa altro che confermare o smentire l’immagine che noi abbiamo di noi stessi, quella cosa che si chiama “Io ideale”. Il motivo per cui nessuno è riuscito a trovare una risposta definitiva che sia valida per tutti è, molto probabilmente, perché una risposta definitiva non esiste.
O meglio, ognuno ha la sua risposta. Ognuno di noi ha il suo equilibrio interno, la sua forma piena. Ciascun essere umano è un cerchio che dev’essere completato, ma sta ad ognuno completarlo secondo ciò che più gli appartiene.
Ed ecco il primo fondamentale suggerimento. Partiamo dalle emozioni.
Partendo dalle particelle più piccole della nostra interiorità, per l’appunto le nostre emozioni, riusciremo a comprendere molto meglio qual è la verità su noi stessi.
E questo è sempre il punto di partenza per ogni tentativo di capire chi è l’uomo, non è vero?
(tratto da Il cavatappi della personalità)