La letteratura gotica

La letteratura gotica sente la temperie dell’epoca. Dopo l’Età dei Lumi vi fu una sostanziale rivolta degli animi romantici alla perfezione razionale che si ricercava in tutti i campi dell’esistenza.

In ambito artistico, questa contrapposizione si mostrò in molti modi. In architettura con la cosiddetta architettura neo-gotica, che si diffuse soprattutto nell’Ottocento. In letteratura con varie correnti artistiche, tra le quali la corrente gotica, senza dimenticare l’evento letterario di fine Settecento, quello relativo alla “traduzione” dei poemi di Ossian, dove la natura selvaggia e sentimenti estremi percorrono la materia di cui cantano.

Gli elementi principali a cui attinge la letteratura gotica sono:

⁃ Il sovrannaturale e il conflitto con la scienza ⁃ Il conflitto per una passione amorosa ⁃ La vergine perseguitata ⁃ I luoghi tenebrosi, la natura indomita, spesso di ambientazione italiana ⁃ Il possesso demoniaco ⁃ Il contesto religioso e il sublime.

C’è un modo che è tutto inglese, o comunque protestante, di associare il cattolicesimo, e perciò i luoghi e le tradizioni dei popoli latini, a sentimenti sublimi (da intendere anche nel senso di sublimi) e a pratiche sinistre, quali la tortura, l’inquisizione, o a manifestazioni soprannaturali che si credevano frutto della superstizione tipica dei cattolici.

La realtà, lo sappiamo, è molto diversa: i protestanti non furono da meno né per ciò che riguarda tortura e inquisizione né per ciò che attiene alla superstizione, e questo lo si può vedere nelle propaggini contemporanee dell’horror, in modo particolare se pensiamo a Matheson e a King.

Horace Walpole è l’autore de Il castello di Otranto, e lo presenta come traduzione di un antico manoscritto italiano ambientato in Puglia, inaugurando così anche una tradizione che si è prolungata nel tempo. Egli è considerato il capostipite della letteratura gotica. Lo stesso Walpole inaugurò anche un modo inglese di architettare le magioni, le dimore, proprio ispirato al sentimento del sublime e del meraviglioso, divenendo tra le altre cose, anche uno dei primi – se non il primo – antiquario inglese di reliquie cattoliche.

Altri romanzi famosi ambientati in Italia furono Romanzo siciliano, I misteri di Udolpho, L’italiano o il confessionale dei penitenti neri, tre famosi romanzi della scrittrice Ann Radcliffe, e Il monaco, di Matthew Lewis, ambientato invece in Spagna, a Madrid. Quest’ultimo romanzo era talmente colmo di immagini e scene estreme, che l’autore fu costretto a una riscrittura.

Con Mary Shelley – Frankenstein, il romanzo gotico fa un grande passo verso il romanzo più moderno, che contiene elementi scientifici che trasformano il genere, anche se Frankenstein non può essere rinchiuso nei confini stretti della letteratura gotica, cosa che similmente accadrà per Dracula di Bram Stoker alla fine dell’Ottocento, che infatti viene considerato un romanzo horror a tutti gli effetti. Non dobbiamo dimenticare, infine, che un’autrice di razza come Jane Austen prese in giro la passione per la letteratura gotica nel suo bellissimo Northanger Abbey, dove la protagonista vede teste tagliate e delitti inenarrabili dietro ogni angolo di casa e strada di paese. Proprio questo romanzo della Austen, secondo me, rivela uno dei moventi che condussero allo sviluppo di tematiche così forti: la noia tipica della vita inglese, borghese, di fine Settecento e inizio Ottocento. Non è un mistero che uno degli ispiratori della letteratura gotica, forse ispiratore inconsapevole, fu quel Lord Byron che attraverso la mano e lo scritto di Polidori, divenne prototipo del vampiro che spezza ogni convenzione sociale (Il vampiro).

Personalmente, credo che il romanzo gotico non possa oggi prescindere dal conflitto che nasce tra superstizione, o se vogliamo, elementi soprannaturali e approccio scientifico, un contrasto che non può che vedere fiaccata o l’una o l’altra parte.

In parte, E. A. Poe e H. P. Lovecraft, pur non appartenendo al gotico, ne proseguono in modi diversi l’attitudine all’orrido, al grottesco, a sentimenti intimi piegati dalle manifestazioni dell’irrazionale che non possono essere in alcun modo controllate. Per il primo, l’orrore viene più dall’intimo della realtà: famosi sono i suoi racconti che ritraggono figure per lo più femminili nelle quali la morte prende poco alla volta il sopravvento con una dinamica che non può in alcun modo essere bloccata. Per il secondo, il solitario di Providence, gli elementi tipici del gotico virano verso una differenza, una diversità della realtà che poco alla volta si svela ai protagonisti dei suoi racconti: l’orrore è lì fuori o, meglio, è sotto i nostri piedi e mette letteralmente in discussione la certezza nella realtà, ciò che lo stesso Lovecraft indicò con il termine di narrazione weird.

Oggi, alcune storie di Stephen King e Anne Rice, infine, per dire nomi conosciuti da tutti, si sono rifatti a modalità e tematiche gotiche.


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