Alzi la mano chi non ha la convinzione, o perlomeno l’impressione, che il Natale non sia una festa per bambini. Eppure, niente di più sbagliato!
La parola “Natale“ merita di entrare nel nostro Dizionario delle parole usurate a motivo dell’incredibile evoluzione che la festa che tale termine indica ha subito nella nostra cultura occidentale. Nata come celebrazione della nascita di quel Messia risorto nella Pasqua, e perciò festa “fotocopia“ di quella pasquale, il Natale è diventato ben presto la festa della famiglia. Non a caso, il simbolo per eccellenza di questa festività è la capanna con la sacra famiglia, che noi chiamiamo presepe, divenuto tradizione grazie a San Francesco.
Non esiste smelenso film americano che non parli del Natale se non in questa accezione: se il papà non torna a casa in tempo con i regali per i suoi figli, non è un buon papà. Oppure, il Natale diviene, in questi film, l’occasione per ritrovare il significato proprio della famiglia. Infine, il presepe è stato utilizzato come bandiera ideologica da parte di tutti quei personaggi politici (“politici“ in senso spesso molto lato) che hanno il pallino della famiglia “tradizionale“: convinti che la famiglia possa essere soltanto quella formata da padre, madre e figli, possibilmente numerosi, pensano che il trittico di Maria, Giuseppe e Gesù componga l’esempio perfetto della famiglia perfetta.
Ovviamente, tutto sbagliato: non esiste famiglia meno perfetta di quella sacra, perlomeno se la si guarda con gli occhi ideologici di questi politici. La sacra famiglia, infatti, è più che altro perfetta in virtù dell’amore divino. Non di presunti ruoli di maschile, femminile, padre o madre biologici e amenità simili.
Tornando al Natale, questa festa è divenuta principalmente la festa di Babbo Natale. Non esiste anno in cui, quando chiedo ai miei bambini perché il Natale sia importante, loro non rispondano: “perché viene Babbo Natale“. D’altronde, questa è l’idea che è stata veicolata da un battage commerciale imperioso durato più di un secolo. Che a Natale si festeggi la nascita del Salvatore, in realtà non frega poi tanto nemmeno a molti credenti, poiché se importasse loro qualche cosa del vero significato del Natale, il consumismo sfrenato cui si sottomettono (un esempio del quale è perlomeno cinque o sei regali a figlio) non avrebbe luogo.