Tempo di falsi profeti

In questi giorni mi arrivano messaggi di sedicenti medici che lavorerebbero nei punti caldi dell’infezione da Coronavirus, giungono proposte di aderire a catene di preghiere e di Ave Maria, prediche sulla necessità più che mai di fare la messa in comune, dimostrazioni della correttezza di profezie nefaste. È il trionfo del paganesimo.

1 – Cominciamo dai messaggi dei sedicenti medici: ce n’è uno in particolare, che mi colpisce per la “malizia” utilizzata nel produrlo. Una sedicente dottoressa, che dice di lavorare a Monza o a Cremona – a seconda del messaggio -, afferma che avrebbero trovato la soluzione: vitamina C. Somministrano vitamina C contro il virus e la cura riesce, soprattutto se unita a Cebion e cose simili. Magico anche il succo di limone caldo. Mi immagino che per confezionare un simile messaggio, qualcuno o qualcuna deve aver pensato: “ora mi metto lì, mi invento una cura che non esiste e ne produco un messaggio che sembri vero, così inganno un po’ di gente. E perché mai? Perché mi piace essere al centro dell’attenzione”. Ecco il primo falso profeta.

2 – C’è poi la questione catene di sant’Antonio, che esistono da sempre, ma che in questo caso mostrano nella loro crudezza lo schema magico che vi sottostà. Riporto l’intero messaggio: “Come stai? Sto partecipando alla preghiera delle 1000 Ave Maria. Tu reciti un’AveMaria e passi a 10 persone. Non romperla per favore ha molto potere e in questi tempi serve così tanto. …accetti? Se no avvisami. Grazie”. Ora, al di là della forma sgrammaticata (l’ho ricopiata così come l’ho ricevuta), che mostra come il tutto parta da una persona particolarmente ignorante, ci si rende conto come al di sotto di questa proposta vi sia una concezione di preghiera vista come un potere che si può accrescere? Dice che è fondamentale non interrompere la catena, perché ha molto potere: esattamente come nella magia. Questa è una proposta magica, non una proposta cristiana. L’AveMaria qui c’entra come la pizza a colazione (che per altro è ottima). Notate, inoltre, i due richiami emotivi, uno all’inizio della richiesta (Come stai?) e un altro al termine (Accetti? Se no avvisami), nel tentativo di coinvolgere da un punto di vista emotivo e personale chi riceve il messaggio e suscitare un senso di colpa che è sempre nascosto dentro di noi. Questo è il secondo falso profeta.

3 – Le messe in comune: vivendo a stretto contatto con il mondo religioso, mi sono reso conto, in questo periodo come non mai, dell’atavica spinta a effettuare una liturgia “come si è sempre fatto, anzi, ancora di più”. Mi riferisco alla messa, che è stata vietata per ovvi motivi di igiene pubblica, ma che alcuni preti hanno continuato a proporre a dispetto di ogni invito da parte delle autorità pubbliche, statali o diocesane che siano. Il motivo? Come hanno detto (anche in questo caso) molti messaggi che mi è toccato ascoltare via whatsapp o via Facebook, perché in questo momento rischioso c’è ancora più bisogno di pregare in comune… e di reiterare le implorazioni affinché Dio ci scongiuri il peggio, e via dicendo. Si ricade nella modalità delle 1000 AveMaria: pensiero magico (cerco di accaparrarmi il potere divino o di convincere Dio a fare quello che voglio Io) travestito da pietà religiosa. Questi sono i terzi falsi profeti, forse (e dico “forse”) ignari di esserlo.

4 – C’è poi il peggior falso profeta, quello che assume un atteggiamento satanico (lo ricordo: satanico vuol dire che fa come Satana, cioè che si antepone a Dio, provocando l’allontanamento da Dio) e che, però, si mostra come un pio cristiano o come un profeta vero e proprio: è il caso dei padre Livio e delle Sylvia Browne, che continuano a parlare di avvertimenti, che giungono dal cielo, dal tempo passato o dal tempo futuro, per scongiurare il peggio. In un caso, quello dei padre Livio, gli avvertimenti arriverebbero da una Madonna che, poveretta, viene utilizzata per i peggiori traffici pagani (vedi Medjugorie, dove l’umanità non viene indicata come il luogo prediletto della manifestazione della gloria di Dio, ma come un imputato contro il quale si punta di continuo il dito, esattamente come fa Satana alla corte di Dio nel Libro di Giobbe); in un altro, quello delle Sylvia Browne, tali avvertimenti arriverebbero da sedicenti profeti o profetesse che avrebbero previsto la sciagura per l’umanità (salvo scoprire che simili profezie sono costruite ad arte per valere in molti casi e che vengono spregiudicatamente utilizzate da editori per guadagnare in questi momenti tragici). E tutto questo perché? Perché l’essere umano si sta comportando davvero male e, in fondo, una punizione se la merita: ecco che interviene una forza maggiore, la Natura (e che sia travestita da Dio o da Madonna non cambia la sostanza delle cose: è un concetto pagano), a punire l’uomo. Di recente ho ascoltato anche il messaggio di una guru indiana, un’imprenditrice di chiara matrice darwiniana e materialista, che spiega a una platea di gente come il Coronavirus sia il modo in cui la Natura si sta liberando di noi, che non agiamo bene nei confronti di Essa.

Tutto questo è paganesimo. Nel dirlo, non mi rivolgo solamente ai cristiani, ma a tutti. Credo che ormai sia giunto il tempo di definire il paganesimo come l’invito a non fidarsi della ragione e della responsabilità che Dio (o, se preferite, il divino) ha posto nelle nostre mani: io credo nella Provvidenza, che è l’intervento di Dio nella nostra storia, ma credo anche che tale Provvidenza accada e cammini sempre attraverso il senso di responsabilità e di cura dell’essere umano, che si riversa sugli altri esseri umani e sul mondo in cui vive.

Se i rapporti vengono rovesciati, ahimè si cade nel paganesimo più antico travestito da fede o da senso di colpa.


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