Le colonne sonore soffrono spesso di un carattere ancillare nei confronti dei film che sono costrette – talvolta loro malgrado – a sorreggere.
A differenza della musica classica, una colonna sonora non può non rievocare le immagini del film che sono costrette a rendere sostanziose. Una soundtrack può essere più o meno corposa, più o meno indipendente, ma tale sembra essere il suo destino. Eppure, ci sono alcune musiche da film (o da sceneggiato) che sono state capaci di ispirarmi forse più del film (o dello sceneggiato) che erano destinate ad accompagnare. In alcuni casi si tratta di veri e propri capolavori: forse tra cent’anni non si vedranno più i film che ne hanno occasionato la scrittura, ma le si celebrerà per ciò che sono, ovvero musica “classica” di fine Novecento o inizio Duemila.
La lista che segue non è per importanza, ma è frutto di una memoria scombinata. La mia.
- Il Commissario Montalbano (specialmente Nenia mediterranea), di Franco Piersanti. Unica la capacità di evocare una Sicilia sospesa nel tempo.
- Il segreto del Sahara (specialmente Saharan Dream), di Ennio Morricone. La mirabile avventura nella quale ognuno vorrebbe trovarsi.
- Hook (specialmente Prologue o Napped), di John Williams. L’avventura è arrivata.
- The Third Man (specialmente il tema principale), di Anton Karas. Una situazione intrigante, a prescindere.
- Blade Runner (soprattutto End Titles), di Vangelis. La filosofia della fantascienza.
- La piovra (specialmente Main Theme), di Ennio Morricone. L’Italia non è mai stata semplice.
- The Mission (specialmente Gabriel’s Oboe), di Ennio Morricone. Mai Paradiso fu più complicato.
- La finestra di fronte (soprattutto Il pensiero di te), di Andrea Guerra. Struggente memoria.
- The Two Towers (soprattutto Evenstar), di Howard Shore. L’eterna fonte del sogno.
- Twin Peaks (soprattutto Main Theme), di Angelo Badalamenti. L’effimero dell’evocazione si fa eterno sogno (oppure incubo?).