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Innanzitutto, la trama.

Il personaggio principale, l’incendiaria, è Charlene “Charlie” McGee, una bambina con capacità pirocinetiche – l’abilità di creare il fuoco e manipolarlo a suo piacimento col solo potere della mente. Charlie è una mutante: deve i suoi poteri ai genitori, che insieme ad altri otto volontari hanno preso parte ad un esperimento governativo del composto “Lot-six”, somministrato secondo il metodo del doppio cieco. Il padre, Andy, ha acquisito il potere di far agire le persone secondo la sua volontà e ad influenzare le loro percezioni, ma tale potere è minimo se confrontato con gli effetti distruttivi del fuoco che la figlia sa generare. I McGee sono controllati dalla “Bottega”, l’organizzazione federale nascosta dietro gli esperimenti. Gli sperimentatori della Bottega vorrebbero studiare e fare esperimenti su Charlie, essendo essa il risultato imprevisto dell’unione di due persone trattate con il Lot-six. A tal fine gli agenti della Bottega uccidono la madre di Charlie, e lei ed il padre corrono a New York in un disperato tentativo di fuggire. Trovano un rifugio temporaneo in un villino posseduto dal padre di Charlie sul lago nel nord dello Stato, ma vengono comunque catturati da John Rainbird, un assassino nativo americano che arrampicatosi su un albero, spara a distanza ad entrambi usando due proiettili sonniferi, così da poterli portare nei laboratori in Virginia. Imprigionati in due appartamenti separati, Charlie deve trovare un modo per riunirsi al padre, mentre impara a controllare il proprio potere (Tratto da Wikipedia).
Mi fermo qui, per non rovinare la sorpresa a chi volesse leggerlo. A livello generale, possiamo dire innanzitutto che L’incendiaria è un romanzo di fantascienza, più che horror, come viene per lo più spacciato. Inoltre, la trama è simile per certi versi a quella che ritroveremo in altri romanzi, per esempio il recente L’Istituto.
Le somiglianze con altri romanzi non si fermano alla ripetizione di alcuni elementi della trama o dell’assetto generale, ma L’incendiaria è anche molto simile a Carrie per la protagonista dotata di poteri paranormali: questo romanzo sembra quasi una storia su un’infanzia alternativa di Carrie, anche se questo è certamente inferiore al primo. Possiamo dire che L’incendiaria è tutto sommato un romanzo minore di King e meno incisivo, quasi a metà strada tra i romanzi firmati come Richard Bachman e altri più importanti e riusciti quali Carrie e La zona morta. C’è, inoltre, un aspetto che accomuna le storie di King, soprattutto quelle del primo periodo, nelle quali uno o più protagonisti hanno poteri paranormali: la necessità di presentare tale potere con un approccio scientifico. In Carrie, in La zona morta e in L’incendiaria abbiamo questo approccio scientifico che proviene direttamente dal romanzo gotico, dove l’orrore nasce dalla scienza e vuole essere controllato dalla scienza, ma alla fine è la scienza che viene uccisa dall’orrore stesso. Uguale discorso potremmo fare per L’ombra dello scorpione, ovviamente. Questo è con ogni probabilità uno degli elementi derivati sì dalla narrativa gotica, ma consolidati dall’approccio lovecraftiano alla narrazione orrorifica.
Il rapporto tra Charlie e il padre e la devozione e il sacrificio totale di questo per la figlia è al centro del romanzo. Il padre viene rappresentato fin dall’inizio con connotazioni fisiche che tendono a dare un’idea di sicurezza e di protezione: “L’uomo era alto, aveva spalle larghe e portava una giacca di velluto a coste sopra robusti calzoni di cotone. Teneva per mano la bambina e quasi la trascinava su per la Terza Strada di New York con passo frettoloso, da fuggitivo. Furtivamente guardò indietro e vide che la macchina verde li tallonava ancora, procedendo a passo d’uomo, quasi a filo di marciapiede”.
Fin dall’inizio della storia, i due stanno perciò fuggendo agli uomini del governo. Una situazione che condurrà il padre alla morte (non è difficile immaginarlo) pur di salvare la figlia. Un tema, quello del sacrificio, che condivide con il protagonista di La zona morta, romanzo scritto in contemporanea e a scavallo di questo.
La rapacità di un governo che viene visto come nemico è un altro degli aspetti simili a quanto già presentato in altri romanzi di King, come La zona morta (contemporaneo), Ossessione (seppur sotto l’aspetto del sistema scolastico opprimente), La lunga marcia (con Il Maggiore quale rappresentanza malefica dello stesso), ecc. In questo caso si tratta della cosiddetta Bottega, che aveva fatto esperimenti sui genitori di Charlie e dei quali Charlie è il potentissimo prodotto. Ci sarà una parte del romanzo in cui la bambina, rinchiusa in cattività con il suo cacciatore, il nativo americano Rainbird, svilupperà una sorta di rapporto emozionale che richiama alla mente quello di una favola (aspetto tipico di King), e cioè la Bella e la Bestia. E Rainbird è rappresentato a tutti gli effetti come una “bestia”.
Cap era felice che Rainbird fosse dalla loro parte poiché era l’unico essere umano verso il quale provasse un terrore incontrollabile. Rainbird era un gigante, un primitivo, una forza della natura.
Pag. 87.
Attenzione: la traduzione italiana ha cambiato i termini di riferimento, per renderli comprensibili. In inglese, King faceva riferimento al mondo tolkieniano, dicendo che Rainbird è un “troll, un orco, un Balrog d’uomo”, ulteriore riferimento fiabesco. Ciò nonostante, il cacciatore viene presentato in modo tale che il lettore ne provi qualche simpatia, aiutandoci a capire perché si instauri un rapporto che parrebbe di complicità tra Charlie e il medesimo. E Charlie, capisce di non poter giudicare Rainbird solo dal suo aspetto spaventoso.