E voi, che cosa attendete?

Se c’è una caratteristica fondamentale del Tempo di Avvento, cioè il periodo di alcune settimane che porta alla festività del Natale, questa è l’attesa. Il tempo nuovo sta arrivando!

Tra i molti modi di vivere questo arco temporale che conduce a una festa sempre più fraintesa, ce n’è uno che predispone all’ascolto e alla novità. Non si tratta di un ascolto di cose già note e nemmeno di una novità esteriore, ma di un rinnovamento interiore che è capace di portare alla comprensione di cose inaudite.

La maggior parte delle persone, però, e probabilmente anche noi per la maggior parte delle volte, vive nella convinzione che il periodo di Avvento sia una ripetizione di cose già note, e questo è proprio ciò che accade anche per l’altro periodo forte dell’anno liturgico, cioè la Quaresima che porta alla Pasqua. In realtà, è vero il contrario: Avvento e Quaresima si chiamano periodi forti perché preparano la persona all’incontro con il Signore. Questo incontro avviene nella novità della predisposizione.

L’attesa nel tempo di Avvento è una capacità di aprirsi all’ascolto. Ma di cosa, chiederete voi?

Della voce divina, della presenza costante del Divino e di ciò che Egli provoca dentro la persona, per rinnovarla e per disporla ad ascoltare le cose – tutte le cose – in modo diverso.

Se c’è un’altra caratteristica fondamentale del Tempo di Avvento, è che l’annuncio dei profeti della venuta del Messia ci precede da secoli. Lo sappiamo, il Messia è venuto e lo abbiamo riconosciuto in Gesù Cristo, che si è incarnato per virtù dello Spirito Santo. In qualche modo, però, il Messia continua a venire dentro di noi e abbiamo in continuazione bisogno dell’annuncio della sua venuta, così da diventare capaci di accoglierlo.

Prima di accoglierlo, però, dobbiamo imparare ad ascoltare questo annuncio. Vi dico una cosa che forse nessuno vi ha mai detto: l’annuncio non arriva solo dalla Scrittura, non arriva solo dai preti e nemmeno arriva solo dall’interno di una chiesa (o di una Chiesa). L’annuncio del Divino arriva da ogni parte e da ogni elemento del luogo e del tempo in cui vi trovate.

Dio è in ogni luogo e in ogni cosa e in ogni persona (attenzione: non è ogni luogo, ogni cosa e ogni persona, ma in): possiamo chiamare questa sua modalità di essere, che in realtà è una nostra modalità di percepirlo, pan-enteismo. Dio (o, se preferite, il Divino) è in ogni ente (un antico modo per dire: in ogni cosa esistente) dell’universo. Quale modo migliore per ascoltare la sua voce, allora, che quello di aprirsi alla realtà dell’universo tutto intero?

Dal modo in cui ci predisponiamo all’ascolto si comprende il modo in cui ci disponiamo all’attesa. Riusciamo ad aprirci a tutta la realtà che ci circonda? Allora abbiamo buone possibilità di attendere davvero la venuta del Messia.


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