12 – Vergogna

La vergogna è un sentimento, il cui significato è sempre oscillante tra due poli non contrapposti: da un lato la riprovazione, dall’altro la timidezza.

Se ho inserito questa parola tra quelle del Dizionario delle parole usurate, è perché nella società contemporanea assistiamo a due fenomeni assurdi ed esagerati, che fanno comprendere come questo sentimento sia oramai frainteso e quasi sconosciuto.

Un primo significato  di vergogna, è infatti legato al polo della riprovazione, dal momento che la vergogna è quel sentimento di disagio personale che si prova di fronte al timore della riprovazione altrui a motivo di una qualche azione antisociale o sbagliata. Da questo punto di vista, possiamo dire che la nostra società vive il fenomeno del non sapere più cosa sia la vergogna: molto probabilmente, il primo pensiero che vi viene in mente a tal riguardo è relativo ai politici, capaci di dire tutto e il contrario di tutto pur di rimanere sulla cresta dell’onda dei sondaggi.

Dal momento che le persone che spiccano nella società a livello mediatico divengono in fin dei conti dei modelli, ai quali si ispira sempre troppa gente, diventa piuttosto probabile che il sentimento della vergogna venga sempre più sottostimato, se non addirittura ignorato del tutto. Così, ci si ritrova circondati di persone che ritengono di poter fare qualunque cosa, senza ritegno alcuno.

Il secondo significato della parola vergogna è legato, invece, al polo della timidezza: qualcuno non fa ciò che potrebbe o che si sentirebbe di fare, perché si vergogna comunque del giudizio altrui, pur senza reale motivo di riprovazione.

Il fenomeno che vi si lega, è che anche chi potrebbe farsi avanti per proporre modelli differenti o idee diverse da quelle proposte da chi, invece, agisce e parla senza ritegno, si astiene dal farlo, con la conseguenza di un grave danno per la società intera.

Quante risorse positive, quanti pensieri nuovi, quante persone migliori tacciono, quando invece potrebbero migliorare il mondo in cui viviamo? Da questo punto di vista, la tracotanza di tutti quelli che non si vergognano di nulla è, purtroppo, la principale causa di un simile silenzio.  C’è però un’altra causa importante per il silenzio dei giusti: ed è l’auto-convincimento che nulla cambierà mai e che a nulla servirà parlare o agire diversamente.

Allora c’è da imparare molto, soprattutto c’è da imparare il coraggio: parlare e mettersi in gioco vincendo la propria timidezza, vincendo il proprio timore di essere rifiutati, vincendo la volgare superbia di tutti quelli che, invece, propongono in continuazione  le trite e ritrite immagini di un mondo decadente.


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