2 – Amore

Difficile trovare una parola più consunta di questa. Amore è, nella vulgata diffusa, un sentimento.

Siamo pieni di film d’amore, sentimentali, sdolcinati, o di canzoni che ci parlano della difficoltà d’amare, laddove tale difficoltà si traduce spesso in una scelta d’amore tra una persona o un’altra. L’amore è legato nella nostra società a delle frasette da cioccolatini, oppure a pensierini da esprimersi a San Valentino. L’amore è una parola vuota perfino nei casi in cui viene utilizzata dalle grandi istituzioni: anche la Chiesa ha parzialmente perso il senso vero dell’amore.

Perciò, cos’è amore?

Prima di tentare una spiegazione, è ancora necessario sottolineare come la parola “amore” sia una di quelle sostituite con altri termini che, nel pensiero più diffuso, si equivalgono: sesso (anche nelle versioni più raffinate del “kamasutra”), eros, amicizia, agape (per i cristiani), e così via, in una serie ricchissima di supposti sinonimi, che sinonimi non sono affatto. Infatti, ciascuno di questi termini ha un significato specifico che sarebbe bene recuperare. Vediamone alcuni.

Quando si dice “sesso” si intende, nella direzione del concetto di amore, “fare sesso”, cioè avere un rapporto sessuale. Questo è un concetto sviluppatosi a partire grosso modo da metà Ottocento, quando l’amore e la relazione amorosa è stata cosificata e separata, per l’appunto, dalla relazione. Gli antichi Greci dicevano “le cose di Afrodite”, indicando comunque un’origine divina dell’atto amoroso, oppure “le cose di Eros”, indicando così il trasporto sessuale che divinizza.

Quando, perciò, parliamo di eros, dovremmo parlarne in senso pieno: il trasporto che conduce tutta la persona ad alti livelli. E non mi riferisco all’eccitazione dell’orgasmo, bensì a un congiungimento con la passione divina che ci lega al mondo intero. Qualcosa di ben più ampio di quanto non venga oggi considerato.

L’amicizia, poi, condivide con l’amore la radice, ma viene talvolta svalutata e messa al di sotto dell’importanza che la relazione amorosa può avere per le persone, altre volte invece è posta al di sopra della relazione amorosa, dicendo che l’amicizia dura per sempre, mentre il rapporto d’amore può terminare. L’amicizia, in realtà, è soprattutto un fatto spirituale, destinato, è vero, a non terminare – per lo meno nelle intenzioni più pure delle persone – ma è vero amore, seppur vissuto con prospettive differenti. Pensare, però, che nell’amicizia non ci sia un aspetto fisico fondamentale, è dirsi una bugia.

L’agape, l’amore cristiano, è un termine non semplicissimo, perché è nato in seno alla grecità, trasporta un significato di ambito semitico che risente della sfera della cosiddetta “misericordia” (altro termine che affronteremo, e che viene di solito confuso con “pietà”, anch’esso termine usurato), e che viene usato a sproposito anche dagli stessi cristiani. Tale amore, infatti, non parte dal cristiano, ma è ricevuto dal cristiano, perché è l’amore che Dio prova nei confronti degli esseri umani e che viene spezzato tra le persone di una comunità (come il pane dell’eucaristia) dal cristiano attraverso la cura che si ha per il prossimo. È perciò coinvolgimento pieno nella vita dell’altro, conosciuto o sconosciuto che sia, compatriota o straniero che sia, Italiano o Migrante che sia.

L’amore, infine, che cosa si intende con questa parola tanto sciupata, se abbiamo fin qui delineato i significati dei suoi sinonimi? Quale spazio rimane ancora per l’amore come lo intendiamo normalmente?

La parola “amore” potrebbe avere varie derivazioni. Ci sono differenti spiegazioni sull’origine del termine. Ecco le principali:

  • dal lat. a-mors, senza morte, dove l’amore è perciò quella realtà esistenziale che ci porta oltre la morte o che, perfino, l’annulla;
  • dal greco mao, desidero, dove perciò diviene la forza di attrazione, soprattutto fisica, che ci conduce a un’altra persona e ci lega a lei;
  • dal sanscrito kama, desiderio, passione, che veicola dunque la passione che ci prende visceralmente per un’altra persona;
  • altre ipotesi chiamano in campo l’etrusco o origini sconosciute, con un’attinenza al verso “am”, che sta per “mangiare”, come nel desiderio di volersi appropriare totalmente della persona che si ama, oppure “ami”, la madre, segnando l’origine materna del trasporto viscerale di questo sentimento.

Insomma, l’origine è sconosciuta, il significato forse il più bistrattato tra e da tutti, ma l’amore rimane la parola a cui è più necessario restituire il senso completo con un’operazione di riflessione da parte di ciascuno: quando lo usiamo, chiediamoci in che senso e per quale motivo lo facciamo.

 


2 risposte a "2 – Amore"

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