Uno degli aspetti più spaventosi del Femminile è ancora una volta legato alla Grande Madre, vissuta come Signora degli Animali.
La sua potenza spinge il maschile all’attività cruenta della morte. Ecco ciò che ne dice Erich Neumann, il filosofo seguace di Jung cui mi sto rifacendo per l’approfondimento di questo archetipo dell’inconscio:
La Grande Dea, come dea della guerra e della caccia, è per l’uomo anche dea della morte. Essa disumanizza gli uomini con l’incantesimo e li tramuta in belve bellicose, che, come satelliti della Dea, cadono uccidendo. Anche in tale forma essa è Signora degli animali, e la forma orgiastica del suo culto si lega con l’eccitazione delle componenti maschili bellicose e rapaci (La Grande Madre, Astrolabio, p. 271).
Come ogni manifestazione che richiama il sacro, un simile Femminile irrompe nell’inconscio – e poi nella coscienza – umana con una sensazione di tremendum, laddove il terrore che si prova di fronte alla ferocia del nemico sconosciuto è un lontano parente del terrore più ancestrale e del tutto soprannaturale, provato di fronte all’erompere di quello che Rudolf Otto chiamava il numinoso.
Nel prossimo post spiegherò quali sono i legami tra l’archetipo femminile della Grande Madre e la magia, portando come esempio Il cammino di un mago.
Una risposta a "L’aspetto tremendo dell’archetipo femminile"