
Una delle formulazioni dell’archetipo del Femminile nell’essere umano e nella sua progressione è la Grande Dea come Signora della vita e degli animali, così adorata soprattutto nella fase matriarcale dell’umanità. L’esperienza è riscontrabile in tutta la fascia basso-europea, medio-asiatica e africana.
Alla Signora degli animali sottende il totemismo, ovvero il modo dei gruppi umani di vivere la propria fusione o discendenza con un animale o una pianta. Il punto di contatto tra psicologia del Femminile (attenzione, non sto dicendo della donna, ma del Femminile in sé) e totemismo si trova nel concepimento (non solo quello biologico, ma – certo – quello biologico è comunque al primo posto): la gravidanza è un’esperienza percepita come separata dall’atto sessuale, che pure vi dà inizio. La gravidanza dipende, soprattutto nelle civiltà antiche, da una potenza extraumana, non personale.
Vi starete chiedendo, che ha a che fare tutto questo con la narrativa fantastica? Per rispondere, cito un brano di Erich Neumann, tratto da La Grande Madre. Fenomenologia delle configurazioni femminili dell’inconscio (pag. 269):
La donna è messa incinta sempre da una potenza extraumana, non personale. La mitologia e le fiabe da essa derivate, in ogni tempo e luogo, insegnano che la donna concepisce tramite il contatto con animali numinosi, serpente e uccello, toro e montone, così come mangiando frutta, o tramite il vento, la luna, spiriti ancestrali, demoni, dèi, ecc. Una simile realtà spirituale, impersonale, capace di fecondare è il totem.
Prossimamente, un ulteriore approfondimento del legame tra Grande Dea, Signora degli animali, totemismo e narrativa fantastica.