2021 – Billy Summers

ISBN: 9788820072087 – Acquistalo a questo link.

Traduzione di Luca Briasco.

Trama. Billy Summers è un sicario, il migliore sulla piazza, ma ha una sua etica: accetta l’incarico solo se la vittima designata è una persona veramente spregevole. Dopo anni di servizio, ora vorrebbe uscire dal giro, ma gli è stato appena offerto un nuovo contratto, per un compenso vertiginoso. Se accetta, dovrà trasferirsi forse per mesi in una piccola città nel Sud degli Stati Uniti, in attesa del suo bersaglio. Come copertura, si fingerà un aspirante scrittore, impegnato a finire il suo primo romanzo. Billy è un lettore incallito: i suoi autori preferiti sono Thomas Hardy ed Émile Zola, anche se con i clienti finge di leggere soltanto fumetti – perché meno gli altri sanno di te, meno possono farti del male. Ha accarezzato l’idea di scrivere un libro in più di un’occasione, ma non ci mai provato sul serio. Chissà che questa non sia la volta buona. Billy è parecchio tentato di accettare quest’ultimo incarico prima di uscire di scena. Dopotutto, è tra i più abili cecchini al mondo, un veterano decorato della guerra in Iraq: non ha mai sbagliato un colpo, non si è mai fatto beccare – una specie di Houdini quando si tratta di svanire nel nulla a lavoro compiuto. Cosa potrebbe mai andare storto? Ovviamente, stavolta, praticamente tutto. Del resto, il migliore dei romanzi è quello di cui non puoi prevedere nessun giro di trama.

In realtà, di questo romanzo non si può certo dire che non si riesca a prevedere il finale: il protagonista muore. Guardate, non vi ho fatto nessuno spoiler, perché ormai questo è l’andazzo dei romanzi di King. Nella terza parte del romanzo, quella in cui Billy si prepara a sistemare definitivamente le cose, continua a ripetersi che forse non riuscirà a tornare vivo dalla sua impresa: questo è un aspetto ricorrente negli ultimi romanzi. Mi viene in mente The Outsider, dove il protagonista sa per certo che non ce la farà. Ed è in effetti un elemento narrativo che molto spesso si concretizza: basti vedere anche 22/11/63 oppure la trilogia di Mr. Mercedes. Ma rischia di essere irritante, perché diventa quasi una modalità normale per King di far procedere alcune delle sue storie: uno stilema di cui si farebbe volentieri a meno, e non perché questo non sia effettivamente ciò che potrebbe accadere in situazioni simili, ma perché è una costante delusione e ferita emotiva. King ti fa innamorare dei suoi protagonisti, anche se in questo romanzo di meno, e poi te li uccide. 

Anche in questo romanzo si fa riferimento, breve ma significativo, alla favola, ma nel senso opposto a quello solito per King: testualmente dice verso la fine di tutta la storia (p. 456): “Questa non è la favola della cicala e della formica. Somiglia più a una tragedia di Shakespeare. Una delle più sanguinose”. Ora: la cicala e la formica è una favola famosissima, scritta da Esopo e arrivata a noi grazie a Jean de La Fontaine. La morale di questa favola insegna che, se si vuole arrivare preparati ad affrontare i momenti difficili, è necessario prima impegnarsi! Eppure, per quanto Billy Summers si possa preparare alla nuova vita dopo questo ultimo colpo, si rende sempre più conto che non può controllare gli eventi… perché è il passato stesso che torna a colpire, senza permettergli di giungere al traguardo. Non posso svelarvi in che modo questo succeda, per non svelarvi proprio il finale, ma basti dire che i riferimenti a The Shining e alla topiaria dell’Overlook Hotel non sono casuali!

Le cose vanno bene al protagonista fino a pag. 350 circa, quando ci sono due segnalazioni di un legame con un classico di King, The Shining, e cioè il luogo in cui sorgeva l’Overlook Hotel, che alla protagonista Alice pare di intravvedere lassù, sul costone roccioso dove si trovava, durante una passeggiata, e il dipinto di una topiaria in casa di Bucky, l’aiutante di Billy dal quale si rifugiano lui e Alice, un quadro che riproduce gli animali del giardino dell’Overlook Hotel con gli occhi rossi, demoniaci. Oltretutto, si muovono esattamente come accadeva nel romanzo. 

Quando si rende conto di aver perso il foglietto talismano con il fenicottero rosa disegnato dalla bambina della famiglia vicino alla quale viveva sotto copertura, perché lo ha lasciato nel luogo in cui ha sistemato i fatti nel primo finale del libro, gli torna alla mente un parallelismo con una scarpetta rosa di una bambina, anch’essa talismano, persa prima del disastro di Falluja, dove Billy Summers combatteva. Il protagonista si dirà che si tratta solo di superstizione e che perciò non succederà nulla, e che è esattamente come per i fantasmi di quell’hotel che era andato distrutto da un incendio. Ma noi lettori, invece, sappiamo che quello era tutto vero e perciò capiamo in anticipo che accadrà qualcosa per cui gli eventi del passato torneranno con un colpo di coda. 

Il quadro della topiaria, dove sembra che gli animali dipinti abbiano cambiato posizione e abbiano gli occhi di un rosso più acceso, torna a inquietare il protagonista con il suo carico di assurdità. Ma ciò non è possibile, dice Billy, non in un mondo dominato dalla ragione: ed è questa forse la chiave di lettura del romanzo. Billy pensa di poter affrontare tutto con prevedibile razionalità, ma proprio nelle ultime settanta pagine inizia a mostrarsi che il mondo “ragiona” in un altro modo, non ragiona razionalmente. E alla fine Billy decide che la casa in cui c’è il quadro, dove sta sostando prima del finale rendimento di conti, sia infestata dai fantasmi e cerca di tenersene sempre più lontana dopo aver sperimentato l’impossibilità di allontanare il quadro dall’abitazione. 

Un passo ulteriore verso i fantasmi è dato da un passaggio quando i tre protagonisti, cioè Billy, Alice e Bucky, l’appoggio di Billy, vanno a fare compere per l’ultimo intervento di Billy allo scopo di sistemare una volta per tutte la faccenda. Sapendo che la vittima designata del suo ultimo obiettivo è un pedofilo che ha poi ucciso la bambina di cui ha abusato, lentamente il suo pensiero inizia ad associarlo a quello di un’altra giovane, vittima in modo diverso perché si tratta della bambina dei vicini di quando era sotto copertura, e della cui delusione (dopo essersi svelato quale assassino agli occhi del consorzio civile) si ritiene colpevole. Il carnefice di questa seconda “vittima” è perciò lui stesso. Perciò: due bambine. Vi dice nulla, in riferimento all’Overlook Hotel? Inoltre, nel suo percorso verso la sistemazione delle cose con chi voleva farlo fuori dopo averlo assoldato, ferisce in modo grave un ex-collaboratore, che rimane menomato. Anche di questo inizia a sentirsi colpevole. C’è poi un ulteriore parallelismo tra Billy, che scrive la propria storia, e il protagonista di The Shining, ugualmente scrittore: è come se le loro esistenze iniziassero a sovrapporsi sottotraccia, e mentre la storia di Jack Torrance mostra sempre di più la follia del protagonista, la storia di Billy Summers in qualità di scrittore mostra sempre di più la sua stessa realtà, quasi divenendo un romanzo verista. 

Forse c’è a tema di questo romanzo l’interrogativo su come si formi un mostro, su come un passeggero oscuro (per dirla alla Dexter Morgan) prenda possesso di una persona che appare normale, e inoltre se vi sia un modo per evitarlo e se abbia senso evitarlo. Mi riferisco in modo particolare ad Alice: la ragazza è stata violentata e il germe della violenza si è trasferito in lei e lentamente darà vita a un ospite oscuro che vorrà personalmente eliminare chi ha fatto male a degli innocenti, sebbene poi Alice stessa finisca per non riconoscersi più, a maggior riconferma di ciò che è diventata. Ma assieme all’ospite oscuro c’è il tema della redenzione. 

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