Il fascino del Maestro interiore / 2

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Per rispondere all’interrogativo su chi sia il Maestro interiore farò riferimento alla sapienza sviluppata dal cristianesimo nell’arco dei secoli, sapienza che poggia sull’esperienza del rapporto con il divino di Israele, ma che riflette l’esperienza che l’essere umano è in grado di sviluppare in un rapporto sincero con il Sé e con la verità che alberga dentro di Sé.

Partiamo da Sant’Agostino, che nel suo De Magistro (389), al n. 38, sostiene che “sul mondo intelligibile […] non ci poniamo in colloquio con l’individuo che parla all’esterno, ma con la verità che nell’interiorità regge la mente stessa, stimolati al colloquio forse dalle parole. E insegna colui con cui si dialoga, Cristo, di cui è stato detto che abita nell’uomo interiore, cioè l’eternamente immutabile potere e sapienza di Dio”.

Per Sant’Agostino il Maestro interiore è Cristo. Al punto 4 della Lettera 266 (scritta dopo il 395), poi, sempre il Santo di Ippona sostiene che “anche se potrai imparare da me qualcosa di utile alla salvezza, ti sarà maestro solo colui ch’è il maestro interiore dell’uomo interiore, il quale nella tua mente ti mostra ch’è vero ciò che viene insegnato, poiché non vale nulla né chi pianta né chi innaffia, ma chi fa crescere, cioè Dio”.

Ritengo questo concetto di importanza fondamentale: a dimostrare la verità delle parole del Maestro interiore è la verità di ciò che viene proprio da Lui insegnato.

C’è un livello di verità profonda, nel mondo e negli eventi della vita, che dimostrano come le nostre intuizioni più misteriose (cioè quelle frutto di un’intuizione di cui non sappiamo rintracciare l’origine) siano del tutto vitali, profondamente sincere e ci aiutino a progredire nel senso di realtà di noi stessi.

San Paolo, nella 1 Corinzi 2,11 dice che “chi conosce i segreti dell’uomo se non lo spirito dell’uomo che è in lui? Così anche i segreti di Dio nessuno li ha mai potuti conoscere se non lo spirito di Dio”. Giovanni 14,26, infine (ma prima di tutto), afferma che “il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto”. Lo Spirito che abita in noi, che è il Divino, la presenza dell’Eterno nella nostra esistenza spazio-temporale (attenzione: da non confondere con l’anima… magari ci ritorneremo, in una serie di post futuri), è Lui che ci ricorderà tutti i guadagni della nostra vita, guadagni interiori, che ci permettono di crescere.

Il Maestro interiore possiamo dire a ragion veduta che sia la Trinità e la sua impronta trinitaria nella nostra esistenza, un’esistenza fatta di corpo, di anima e di Spirito.

Il Maestro interiore è Dio nella paternità, ovvero nella cura divina del far crescere con una presenza costante seppur nascosta, una presenza che non smette mai di chiamare e che attende risposta (Apocalisse 3,20: “Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me”) dall’eternità.

Il Maestro interiore è poi Dio nella figliolanza, quindi nella sua capacità di vivere ogni singolo istante dell’esistenza nella risposta continua al fascino divino, che ci chiama senza fine.

Il Maestro interiore è, infine, come già abbiamo visto, l’amore dello Spirito Santo. Questo è un dato fondamentale, perché lo Spirito Santo conduce, porta fuori di sé. Il che, per contrasto, per una Coscienza che da sempre si percepisce come esterna all’Unità piena e originaria con Dio, vuol dire che Esso conduce a Dio, perciò all’Unità.

Il Maestro interiore, perciò, ci riconduce all’Unità originaria della quale proviamo continua nostalgia.


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