Felicità, questa chimera. Il vocabolario ci informa che la felicità è la compiuta esperienza di ogni appagamento. Cioè, ogni cosa che desideriamo, riusciamo anche a farla in maniera soddisfacente. Alzi la mano chi di voi ritiene di essere veramente felice. Ovviamente, qualcuno di voi potrà pure dire di essere stato felice, almeno qualche volta nella vita, e me lo auguro! La felicità è uno degli argomenti forse più conosciuti, più desiderati, eppure è anche una delle condizioni meno raggiunte.
La costituzione americana, lo sapete bene, prevede la ricerca della felicità tra i suoi articoli, un fatto estremamente simbolico di come la felicità possa effettivamente essere tra le maggiori aspirazioni dell’essere umano. Forse è, addirittura, la maggiore tra tutte. Ovviamente non ho la ricetta per darvi la felicità, eppure sono più che convinto che nel momento in cui uno di noi riesca a essere pienamente se stesso, tirando fuori il meglio di sé, abbia buonissime probabilità di vivere la felicità in più momenti della propria vita. E parlo di una felicità davvero compiuta. Esistono infatti due tipi di felicità.
Il primo tipo è quello di tipo funzionale, legato all’efficacia dei nostri progetti, alla riuscita nelle nostre intenzioni, all’edonismo (cioè alla capacità di godere) per qualcosa che abbiamo. È quel tipo di felicità cui quasi tutti aspiriamo, per un semplice motivo: la nostra società occidentale, moderna, ci spinge soprattutto a questo genere di felicità e noi la cerchiamo senza nemmeno chiederci se abbia senso farlo. Assumiamo in tutto e per tutto che questa sia la vera felicità ed è questo il motivo per cui, troppo spesso, siamo infelici: perché raggiungere dei risultati o delle cose è solo parzialmente (direi anzi: molto parzialmente) nelle nostre facoltà. È dunque una felicità legata a eventi per lo più fortuiti, casuali.
Il secondo tipo, invece, è quella che secondo me è la vera felicità: è quella legata alle relazioni, all’essere presso noi stessi, compiuti dentro di noi e fuori di noi, ma sempre in legame con le persone e con il mondo che ci circonda. Dico che sia questa la vera felicità, perché è l’unico tipo di felicità che possiamo veramente raggiungere e che tutti possono davvero ottenere, perché è alla nostra portata, è ciò che veramente possiamo agire attraverso la nostra volontà e il nostro cammino progressivo. Giorno dopo giorno, possiamo avvicinarci sempre più a questa felicità. Di più: ogni singolo giorno possiamo già viverla, perché costruire relazioni sane e soddisfacenti sta a noi, è nelle nostre possibilità. Certo, è un tipo di felicità che contempla altre caratteristiche per poterla considerare raggiunta: la libertà interiore, la sincerità con se stessi, l’abbattimento dei pregiudizi. Ed è proprio ciò che voglio aiutarvi a fare tramite ilCavatappi della personalità. Ma quanto ne vale la pena!