Hitchcock insegna / 1 – La suspense

hitchcockUno dei motivi per i quali adoro Hitchcock è la granitica certezza dei suoi insegnamenti cinematografici. Il suo cinema è stato fondamentale per la cinematografia a lui successiva, basti pensare a quanto può aver influenzato un altro regista che adoro, Spielberg, così come il nostro immaginario, tanto che oggi non ci è possibile pensare l’azione e la perfetta macchina del film senza che pensiamo, anche senza saperlo, alle strategie che Hitchcock ha messo in campo nelle sue pellicole.

Inoltre, le sue riflessioni o le sue tecniche relative alla pellicola sono diventate insegnamenti che considero ugualmente validi per ogni narrazione, sia essa cinematografica o tradizionale (su carta). Per questo motivo ho pensato di scrivere una serie di post partendo dal libretto di Fabio Carlini, Alfred Hitchcock, relativi però alla scrittura su carta e, in secondo luogo, a ciò che il sottoscritto ha già pubblicato. Partiamo dalla suspense.

Ecco un brano del libretto.

La suspense è il modo più persuasivo per investire lo spettatore, per vincere le sue certezze, per dominarlo. “L’arte di creare suspense è nello stesso tempo quella di mettere il pubblico nell’azione facendolo partecipare al film. Nel regno dello spettacolo, fare un film non è più un gioco che si gioca in due (l’autore + il suo film), ma in tre (l’autore + il suo film + il pubblico) e la suspense, come i ciottoli bianchi di Pollicino o la passeggiata di Cappuccetto rosso, diviene un mezzo poetico perché ha lo scopo di emozionarci maggiormente, di farci battere il cuore più forte”.

Il prezzo dell’incantenamento, che in qualche modo la suspense provoca, va oltre la semplice adesione estemporanea e l’epidermico piacere della paura, giungendo a coinvolgere i miti più radicati di ogni coscienza tranquilla. La suspense è un incontro con gli incubi, con il dubbio, con la morte, proprio nella misura in cui dà forma a tutto l’universo misterioso che ci attanaglia e ci convince della realtà delle apparenze. “Dire che la suspense è fondata sull’irruzione di un avvenimento brutale nell’ordine quotidiano è una banalità. Il suo dominio conduce alla catastrofe e la sua missione è quella di renderci opprimente l’imminente di questa. La storia della spada di Damocle ne è la più celebre illustrazione. La suspense esprime il più antico atteggiamento filosofico possibile. Contiene la forma primitiva dell’angoscia esistenziale perché è legata a un sentimento fondamentale di insicurezza. […]

La suspense si ordina secondo un meccanismo che scandisce con rigore geometrico il succedersi degli avvenimenti. A una fase che potremmo chiamare ascendente – le inquadrature con cui si costruisce la parabola della tensione – segue sempre uno scioglimento che propone un momento di quiete permettendo allo spettatore di tirare il fiato e di prepararsi al successivo assalto. La pace che succede a una sequenza di suspense è, comunque, sicuramente una pace transitoria, instabile, perché nasce nel ricordo di una paura sconvolgente. […] Perché si realizzi una sequenza di suspense è in ogni caso necessario che lo spettatore sia a conoscenza di quanto accade nell’intrigo e abbia ben presenti le forze che mettono in moto il meccanismo.

Abbiamo alcuni dati che ogni buon scrittore dovrebbe conoscere:

– creare suspense è mettere il pubblico nell’azione facendolo partecipe, coinvolgendo i miti più radicati in ogni coscienza tranquilla

– la sua missione è quella di renderci opprimente l’imminente catastrofe, legata a un sentimento fondamentale di insicurezza

– la suspense si ordina secondo un meccanismo che scandisce il succedersi degli avvenimenti, con una fase ascendente e una discendente, seguita da un’altra fase ascendente e da un’altra discendente, e così via fino alla catastrofe.

In ogni caso, la suspense non è mai data dalla sorpresa, ma dall’attesa!

Momenti simili nei miei romanzi si trovano in:

La porta sbagliata, quando Enrico Malera continua a rimandare la sua discesa in cantina; sa che lì troverà qualcosa di profondamente sbagliato e pericoloso, e ne rimanda la discesa per metà romanzo;

PS I love you, con il protagonista Marco Ingrao che attende di poter finalmente confrontarsi con il docente universitario per discutere dell’articolo che gli darà accesso al mondo accademico;

Verso la soglia, con Tommaso Zorzi che cerca la conferma esterna a una sicurezza che ha già internamente confermato: che il suo defunto amico Ernesto Maffei sia morto a causa di forze non appartenenti a questo mondo;

Il lupo nel cielo, nel corso del quale i ragazzi del circolo dei B.R.A.V.I. fanno del loro meglio per evitare di incontrarsi nei propri incubi con quel lupo che, quando ruggisce in cielo, uccide qualcuno sulla terra; purtroppo per loro, sanno già che lo incontreranno e che ogni volta sarà tremenda;

Il diavolo di Tourette, diavolo che il lettore si aspetta che salti fuori da un momento all’altro anche nelle vite più o meno tranquille di don Lorenzo Remonato e del giornalista Valerio Caccia, decisi a scoprire chi ha portato quelle vittime di suicidi troppo sospetti a una morte crudele;

Commento d’autore, in cui il lettore coglie che l’assassino che si aggira per Verulengo tallona il protagonista Cesare Ombroso così da vicino, da identificarsi con lui in maniera pericolosa.

Questi sono solo alcuni degli esempi. Perché la suspense funzioni, tuttavia, è necessario costruirla attraverso situazioni che dal normale deviano lentamente verso l’anormale, senza mostrare ma lasciando presupporre che qualcosa di atipico stia accadendo proprio mentre si legge. La suspense è un tipo di narrazione che richiede non solo bravura, ma anche la pazienza del lettore: il suo effetto non può mai essere quello della sorpresa che scaturisce da un’azione convulsa e veloce, quanto piuttosto quello che emerge dallo sviluppo progressivo di azioni che sembrano normali. Non a caso un maestro della suspense è Stephen King, i cui romanzi sono stati spesso definiti prolissi da chi non è stato in grado di cogliere che, attraverso quelle lunghe sezioni introduttive o centrali, il Re rincorre e costruisce la suspense che tanto lo ha reso famoso nel mondo.


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