Ricordo che prima che uscisse Geshwa Olers e il viaggio nel Masso Verde per i tipi di L’Età dell’Acquario, dovetti insistere non poco con l’editor affinché venisse conservato nel testo la parola vajo. Il vajo è un canale più o meno stretto tra due pareti di roccia, tipico della zona della Lessinia, il luogo in cui ho ambientato la parte iniziale del mio romanzo fantasy. Le motivazioni per le quali il termine non poteva essere utilizzato erano che “nel vocabolario la parola non esiste, e se non esiste lì, vuol dire che non è italiano”.
Vero, vajo non è una parola italiana. Probabilmente è tipica solo del dialetto veronese, ma contraddistingue una forma geologica ben precisa delle nostre montagne, e in quanto tale, è utilizzata su cartine e mappe stradali. Ma ciò che più mi interessa mettere in luce, è che anche altre parole del romanzo erano tipicamente veronesi e che perciò avrebbero dovuto ricevere lo stesso trattamento. Fada, per dirne una. E invece “fada” rimase fada. Anche “vajo” rimase vajo, ma per l’appunto, dovetti insistere. La “fada”, d’altronde, è un’entità del folklore locale e in quanto tale, non abbisognava di una trasformazione a una corrispondente forma italiana od ovunque riconosciuta.
La questione è proprio questa: nemmeno il vajo ha un corrispettivo in altri dialetti, e il mio intento, utilizzandolo nel romanzo, era quello di ricreare un paesaggio che può esserci solo lì nel Masso Verde, alias Lessinia, un luogo in cui si possono incontrare creature altrettanto tipiche quali fade, anguane e orchi. Non è difficile comprendere come la questione sia prettamente culturale. Una narrativa fantastica deve attenersi – esattamente come tutti gli altri generi – a un italiano standard che ci hanno insegnato a scuola e che ormai si è talmente impoverito, da contare chissà quante poche centinaia di parole. Il motivo per il quale la narrativa fantastica debba attenersi a simile italiano, è perché viene letta soprattutto da ragazzi. Dev’essere semplice.
Questo è uno dei grandi drammi della narrativa fantastica nazionale. Il fantasy è un genere per i piccoli e per i ragazzi. Al massimo per gli young adults, definizione che personalmente odio. Perciò deve usare un linguaggio facile, spalmato su un livello di conoscenza lessicale davvero povero.
Marketing. Nient’altro che questo. E buona parte degli scrittori vi si attiene, ovviamente.
Il mio punto di vista è differente. Il fantasy parla della vita, della realtà, sebbene dal punto di vista di chi è capace di scorgere la magia del mondo e i rapporti di potere che questa può instaurare o distruggere, ma a parte questo aspetto specifico del genere, il fantasy è prima di tutto narrazione, linguaggio, sensi primari attraverso i quali tirare il lettore dentro la storia. Dev’essere possibile utilizzare tutti i mezzi. Da quando in qua nella letteratura cosiddetta mainstream non è possibile utilizzare dialetti o regionalismi? È possibile, beninteso. Ci sono fior fiore di scrittori che li usano, e non mi riferisco solo a scrittori che scrivono prevalentemente con formule linguistiche affini al dialetto, come Camilleri. E allora, per quale sacrosanto motivo non sarebbe possibile utilizzare i regionalismi e il dialetto anche nella narrativa fantastica, di più, nel fantasy?
Da che mondo è mondo, il dialetto è la lingua del cuore, soprattutto in Italia. Lo scopo è quello di scrivere un prodotto vendibile ovunque all’estero, di creare il possibile bestseller? Si scriva con la testa, d’accordo, e non si utilizzi il dialetto. Che la lingua rimanga pura e che con “pura” si intenda “povera”. Per quel che mi concerne, il fantasy dovrebbe appropriarsi di quanti più regionalismi e termini dialettali sia possibile. Se vuole narrare la vita e non diventare il genere più snob che ci sia (con quel suo creare mondi totalmente avulsi dal nostro, consolatori e paradisi per lettori in fuga), il fantasy DEVE diventare capace di far proprie le particolarità e le eccezionalità della propria cultura, con tutta la ricchezza che offre.
Se non lo facciamo in Italia, in quale altro Paese lo si potrebbe fare?
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