Il mio orticello fantasy

Internet si rivela sempre più un mondo pieno di piranha e di gente sconosciuta. Anche quelli che si crede di conoscere (seppur minimamente) si rivelano altro.

C’è poi un problema di età. Un quarantenne come me ha formato il proprio carattere quando internet non esisteva e i social networks erano ancora nella mente del diavolo. Il che ha fatto sì che quando parlo di conoscenza, amicizia, stima e considerazione, questi termini abbiano dei precisi significati, legati alla realtà di un rapporto vissuto nel concreto, con una persona in carne e ossa. I ventenni, sto scoprendo, che hanno formato il loro carattere soprattutto tramite internet e i social networks, danno invece peso completamente differente a queste parole, perciò chiamano “amico” chi è solo conoscente mai visto di persona,  chiamano “stima e rispetto” quella che è una pura considerazione per un qualche interesse e tornaconto personale, e pensano che la loro vita personale sia qualcosa di totalmente avulso dalla vita in internet. Potenza deformante di un mondo virtuale che sta davvero cambiando – in peggio – le persone. Certo, dirà qualcuno, dipende da come lo usi, questo strumento. Ma questo purtroppo è valido solo per chi ha conoscenza di un’altra possibilità fatta di sincerità e trasparenza. La sincerità e la trasparenza scompaiono, invece, per coloro che hanno imparato a rapportarsi alle persone solo attraverso il computer.

Uno come me ci casca in pieno, e rischia di scontrarsi in continuazione con persone (per lo più ventenni) che non capiscono un’acca di cosa siano “amicizia”, “conoscenza”, “stima” e “considerazione” in quanto valori reali, ma che hanno la pretesa di insegnare come ci si debba comportare. In buona sostanza sono fuori luogo. Appartengo a un’altra generazione. Forse sono già un matusa.

Inoltre, c’è il problema degli interessi dei gruppi pseudo-editoriali nel mondo fantasy italiano, capace di stravolgere ogni cosa e di far perdere la bussola a chiunque. Messaggi poco comprensibili, identità evanescenti, progetti privi di valore reale, battaglie sulla base di conoscenze interpersonali… insomma, anche qui getto la spugna e mi dichiaro totalmente al di fuori di questo mondo.

Sono molto duro, lo so, e in modo particolare verso i giovani, dai quali mi aspetto molte cose belle, ma ai quali mi sento di dire che esiste un mondo reale, oltre il computer.

Per quanto riguarda me, da oggi si torna a curare il piccolo orticello di casa propria. In fin dei conti, avevano ragione tutti quegli scrittori cui mi rivolsi all’inizio dei miei tentativi (sto parlando del periodo tra il 2007 e il 2009) e che mi sbattevano la porta in faccia, fottendosene allegramente del bene del fantasy italiano. Fantasy italiano? Meglio parlare del “mio orticello fantasy”. Tutto il resto è fuffa.

Questa volta lo dico io. Da oggi non parlerò se non dei miei romanzi e racconti.


14 risposte a "Il mio orticello fantasy"

  1. Il mondo del fantasy è… uhm… è… lasciamo stare.
    Resta che siamo dei matusa, sì. Soprattutto se guardo l’età dei nuovi talenti pubblicati, mi accorgo che potrei essere la loro mamma. Ma credo che anni di esperienza nella scrittura abbiano il loro peso, anni di vita la loro importanza. Anche per la qualità di quello che scrivo.
    Vecchia e fiera di esserlo!!!!

  2. Assolutamente sì, ce l’hanno. E’ anche per questo motivo che non vale davvero la pena perdere tempo su cose come FB, forum vari e aNobii. Purtroppo internet annulla le differenze, il che non è un bene. Un tempo non mi sarei mai sognato di dire una simile bruttura, eppure… eppure è vera. Le differenze esistono, e non le si può annullare nascondendosi dietro uno schermo.
    Perciò, Antonia, fieri dell’età che abbiamo e dell’esperienza che abbiamo accumulato – sia come persone che come scrittori – è arrivata l’ora di dedicarci solo a ciò in cui crediamo. Non siamo noi a salvare il mondo. 🙂

  3. Boh… io sono arrivato da tempo alla conclusione che riporre in generale troppe speranze negli altri e comunque sbagliato. Vere o virtuali che siano, le persone che si calano davvero nei tuoi panni, che ascoltano, che si sforzano di vedere le cose da un punto di vista che non sia il loro, sono rare.
    O almeno io non le vedo.
    Delle volte si ha la sensazione di essere toppe. Non appena arriva il nuovo capo, si finisce tra la roba usata, nel migliore dei casi.
    Ciao Fabri.

  4. Non hai tutti i torti, però mentre per le persone reali puoi ancora rischiare di fidarti e di credere in loro e nella loro serietà, per le persone virtuali mi sono ormai del tutto convinto che non abbia senso farlo. Se la persona la conosci veramente è un conto, altrimenti… meglio lasciar perdere. Anzi, con Franzen sto iniziando anch’io a sperare che i social networks tacciano per sempre.
    Poi, ci sono i casi differenti. Per esempio, Chagall, io non ti conosco di persona, ma sono quasi certo che se ti conoscessi di persona (succederà un giorno, vero?!?), non cambierei le mie impressioni su di te. 🙂

  5. Quello che è successo è grave, gravissimo. Trattasi di censura. Nessuno ne vuole parlare. Nessuno vuole ammettere che lei e lei sono la stessa persona. Bisogna agire. Speriamo davvero che intervenga Striscia la Notizia.

    1. Oddio, Striscia la notizia mi sembra esagerato, anche perché si tratta pur sempre di un piccolo schifo della nicchia fantasy italiana, e al resto d’Italia non gliene può fregar di meno.

  6. Ciao Fabrizio è la prima volta che scrivi sul tuo blog ma mo’ sento un po’ come fossi sul mio visto che abbiamo usato lo stesso tema ahahah, personalmente tendo ad essere più possibilista nei confronti delle persone. Ammetto che mi ha spiazzato la notizia quando ne sono venuto a conoscenza, un po’ mi ha i fastidio perché sul di loro sito ho scritto ben più di una volta e nella mia ingenuità ho anche chiesto a lei di leggere INSeCTA e dirmi che ne pensava. Però, al di là di questo fastidio ho poi pensato “ma a me cosa cambia?”. Niente. Di più, vi è la conferma che se una persona di cultura perché lei è tale vuole scrivere di fantastico in Italia lo deve fare sotto pseudonimo altrimenti diventi ridicolo. Ve lo ricordate l’atroce dibattito che arrivo a quattrocento post proprio sul di lei blog quando un nobile letterato dichiarò monnezza il fantastico italiano?
    Credo che un giudizio tranciante non dia un risultato corretto, ripeto ci può stare una certa dose di delusione, ma per ora mi riserbo il giudizio fino a quando le interessate non diranno la loro. Scusa la logorrea, ma l’età mi sta facendo diventare così.
    Invece, sul confronto reale-virtuale non c’è storia il secondo per me vive solo se attaccato al primo quasi tutti quelli che sono miei amici su fb li conosco, con alcuni non ci siamo mai visti ma ci sentiamo al telefono, c’è la realtà dietro. Ma il problema del reale è il problema di questa società che non sa più cosa sia la realtà.

  7. Ciao e benvenuto! 🙂
    Nemmeno a me cambia niente, in effetti, il livello culturale lo apprezzo come prima. Però rimango convinto che non ci si debba comportare in modo così doppio o che, per lo meno, i lettori abbiano diritto a un chiarimento. Non credo sia domandare troppo.
    Però sono in disaccordo sul fatto che se una persona di cultura vuole scrivere di fantastico in Italia debba farlo sotto pseudonimo altrimenti diventa ridicolo: se la Lipperini (sempre ammesso che le due coincidano) lo avesse fatto mettendoci la sua faccia, credo che la narrativa fantastica ne avrebbe tratto giovamento. L’hanno fatto anche altri, tipo Camilleri (che comunque è un tantino più in alto della Lipperini…).
    Reale-virtuale: sono perfettamente d’accordo con te.

  8. concordo sul fatto che sia necessaria una spiegazione, ma probabilmente verrà data quando loro se la sentiranno. No, non si domanda troppo, è lecito e credo sia pure giusto per chi si è rapportato a loro con onestà e schiettezza.
    Sulla questione del fantastico italiano ahimè, è la realtà viene considerato monnezza dai colti, dalla letteratura cosiddetta alta. Certo un atto di coraggio di un membro di quel gruppo sarebbe stato un’occasione da non sprecare per elevare il fantastico a genere nobile, ma ovviamente ognuno agiscee secondo ciò che le sue forze mettono a disposizione.
    Mi auguro che il rapporto con fantastico arrivi a una svolta, che gli si riconosca quel ovvio per noi che lo conosciamo valore sociale che gli spetta di diritto. Ma la vedo oggettivamente lunga come strada

  9. Rimango fiducioso che questa svolta ci sarà. I segnali sono buoni, dal momento che anche altri scrittori (come Gianrico Carofiglio) si stanno aprendo – e bene – a un sempre maggior ambito fantastico nei loro romanzi. E’ solo questione di tempo 😀

  10. Sai com’è chiamarsi Gianrico è di per se una garanzia. Al di la della battuta vedo casi sporadici di valorizzazione del fantastico. Per il resto si rimane arroccati ad affermarne la minorità o a difendere l’editoria cartacea contro la minaccia del digitale insomma un quadro di italica staticità decisamente deprimente

  11. Vedo sempre il bicchiere mezzo pieno, deformazione personale che ho deciso di rifare mia – dopo la grande depressione editoriale 🙂
    Pur se sono sporadici, sono segnali importanti che potrebbero portare a un’ulteriore diffusione. La via potrebbe essere quella della invasione del mainstream dall’interno, come diceva Lara Manni in uno dei suoi post. Poco alla volta, la contaminazione diventa tale, che non è più uno iato incolmabile, ma un breve fossato da poter saltare a pie’ pari.
    Certo, se mi dici che non è ancora il momento di un Nail Gaiman italiano, posso essere d’accordo con te. Ci vorrà altro tempo, ma non credo sarà poi così lungo.

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