Questo pomeriggio è andato in onda il concerto dal Salone dei Corazzieri del Quirinale, per introdurre i festeggiamenti della Festa della Repubblica. Ed è subito sconcerto. Vi spiego perché.
L’unione dei frammenti di una decima sinfonia di Schubert, incompiuta, con le inclusioni e i completamenti di Luciano Berio, il tutto eseguito dall’Orchestra Giovanile Italiana della Scuola di Musica di Fiesole diretta da Marco Angius, crea la musica perfetta per la descrizione della Repubblica attuale: la sinfonia Rendering, composta da Berio nel 1990.
Alla abituale complessità di Schubert, infatti, nella quale l’impazienza di rompere gli schemi porta spesso a un superamento delle forme beethoveniane, fa eco il carattere interrogativo e misterioso della musica del compositore italiano. Messi assieme i caratteri delle due differenti musiche, ne risulta una sinfonia che pone in evidenza il contrasto di un’anima contemporanea, tutta italiana, che oggi si trova in pieno disorientamento.
Vedere i volti dei politici presenti, mentre l’orchestra virava sulle parti beriane, era un godimento puro: si fosse fatta una fotografia delle loro espressioni, un pensiero diffuso e sottaciuto si sarebbe evidenziato: “Dove siamo finiti?”, tale la domanda che sembrava sprizzare senza sforzo dagli occhi sperduti di Mattarella, della Casellati e di Fico, oltre che, ovviamente, di Conte, con l’ovvio completamento: