Il secondo aspetto da considerare nella prima stesura di una storia è quella che chiamo naturalezza controllata. Di cosa si tratta?
Di per sé, è un concetto molto semplice, sebbene sia forse più difficoltoso rispettarne le esigenze fino in fondo di quanto non possa sembrare in un primo momento. Quando l’atmosfera mentale del romanzo o, per meglio dire, il mood emozionale-narrativo del racconto è al punto giusto e vi spinge alla scrittura, ormai non più procrastinabile, bisogna essere in grado di lasciar liberi i protagonisti e gli eventi. Cosa mai vorrò dire?
La trama è ovviamente importante, e se avete una scaletta da seguire, essa deve rimanere un punto di riferimento importante: ma non può trasformarsi in un ostacolo sulla lunga strada della prima stesura.
Vedete, nella prima stesura è particolarmente importante non perdere la concentrazione, non lasciarsi sviare o confondere da tutto ciò che non è la stesura stessa. Diventano fondamentali il luogo e l’isolamento che potete guadagnare allo scopo di permettervi una scrittura serena. Interruzioni continue non fanno mai bene alla stesura di un romanzo – e nemmeno di un racconto – soprattutto se si tratta della prima stesura. Una volta, però, che siete riusciti a ritagliarvi il vostro spazio-tempo, il passo successivo da fare è quello di portare al vostro esterno, fino a circondarvene, quel mood interiore che avete sviluppato per tanto tempo e che dovrà farvi da linea guida nella scrittura.
Quel mood interiore deve ricevere il medesimo spazio e la medesima libertà di movimento che voi stessi siete riusciti a raggiungere per affrontare la scrittura. Deve sentirsi libero di portare la vostra penna (o le vostre dita sulla tastiera) anche in direzioni che non avevate previsto in una scaletta o nello schema generale della vostra storia. Ci dev’essere una libertà fondamentale, nel vostro racconto, che si esprime soprattutto in un modo: i personaggi devono essere tanto liberi da sorprendervi!
È vero che i personaggi della vostra storia sono vostre creature e che voi siete quel sub-creatore di cui ha parlato Tolkien. Tuttavia, anche un sub-creatore deve accettare una sub-libertà altrui: se i vostri personaggi non saranno liberi di sorprendervi – il che vuol dire unicamente che potrebbero prendere decisioni anche del tutto contrarie a quelle previste all’inizio – la storia potrebbe risultare non del tutto convincente, perfino forzata. È proprio da questa libertà dei protagonisti che nasce l’imprevisto capace di portar fuori dalla vostra mente e dal vostro inconscio tutto ciò che è stato elaborato nella lunga attesa di quella gestazione nascosta che è la fase pre-scrittura. I conigli da tirar fuori dal cilindro sono davvero molti, gli scheletri nell’armadio dell’inconscio potrebbero essere addirittura stratificati, le sorprese nel negozio di fuochi artificiali della vostra fantasia strabilianti e il pozzo della vostra fantasia personale… senza fondo. Ma perché questo sia possibile, è necessario lasciar liberi i personaggi della storia.
Questo, forse, è il motivo principale per cui preferisco raccontare storie centrate sulle vicende e la personalità dei protagonisti, anziché su eventi ben precisi da raccontare. Un esempio della sorpresa che i miei personaggi sono stati in grado di regalarmi è costituito dal Mago Ac Sharde di Storia di Geshwa Olers, volgarmente chiamato Asshar: era previsto come il buono del romanzo, una sorta di Gandalf. Si è invece trasformato nel peggior incubo del mio mondo, il cattivo per eccellenza, il traditore di ogni essere umano. Il che ha portato, ovviamente, a una rivoluzione completa nella trama del mio romanzo.
Nel prossimo post parleremo della seconda stesura.