Ritornano con cadenza impressionante. Non so se ritenermi fortunato, perfino onorato, perché gli invidiosi indicano sempre qualcosa. Per esempio che hai scritto qualcosa che loro avrebbero voluto scrivere senza riuscirci, o che i tuoi lettori ti destinano quell’apprezzamento che a loro – nel caso si tratti di altri scrittori – non viene dato.
Da sempre li chiamo quelli dell’una-stellina-solo-una e non credo cambierò definizione (potrei perfino usarla in un romanzo). Mi hanno già ispirato un romanzo, Commento d’autore, un horror in cui tutta la vicenda parte con il commento inquietante di uno stalker. Appaiono sui forum dei siti fantasy in cui viene pubblicato qualche mio articolo o si segnala un qualche mio romanzo, e subito giudicano quella notizia (o il romanzo di cui si parla) degna di una sola stella. Le velocità con la quale si apprestano a cliccare su rating 1 star è sorprendente. Oppure (s)parlano di me senza fare il mio nome, ma scrivendo cose del tipo “l’autore di una eptalogia che si è fatto pubblicità sulle nostre spalle”: questa è la specie più triste, perché costituiscono tipo una setta di scrittori incapaci di raggiungere il loro obiettivo.
Questo turno colpiscono su Goodreads: un sedicente lettore americano, di Charlotte, che inserisce nella sua libreria solo 5 libri, miei, per dargli una stella, tutto nello stesso giorno. Ovviamente ho già segnalato la cosa a Goodreads, ma non posso fare a meno di considerare l’infinita tristezza delle esistenze di chi si diverte con questi giochetti. Forse, anziché continuare a sperare di riuscire a pubblicare qualcosa per cui non ha la stoffa necessaria o anziché infestare il web con il suo trollrating, dovrebbe dedicarsi a qualcosa di più gratificante, per esempio a una sana autoanalisi junghiana. Risultato garantito, con un po’ di buona volontà.
L’invidia è sana… se chi ne è oggetto riesce a resistere alla sua forza dirompente. E’ per lo meno la dimostrazione che qualcuno si è sentito toccato (direttamente o indirettamente) da ciò che hai scritto. E’ comunque sempre meglio della totale indifferenza. 😉
Se non altro, se ci sono persone che fanno queste cose, hai la conferma che i tuoi libri vengono letti. Altrimenti, perché ti darebbero contro in questo modo, se a nessuno importasse quello che fai?
Certo, sono sicuro e convinto di quel che dici, Chagall. Però non sono altrettanto convinto di quel che dici tu, Fabio, che questo genere d’invidia sia sana. Credo invece che sia distruttiva per quelli che ne sono posseduti. Della serie: esci da quel corpo! 🙂
Concordo con Fabri. Impiegando il proprio tempo in altri modi, probabilmente scoprirebbero di avere un talento tutto loro. E poi lui pubblica gratuitamente, quindi non si può nemmeno ipotizzare che ci sia qualcuno che lo spinga.