Cattolico, si sa, vuol dire universale. Per quanto mi riguarda, quando dico cattolico non voglio parlare di una parte della cristianità (per l’appunto, quella che fa riferimento gerarchico a Roma), quanto esattamente quel concetto. Non sono cattolico perché mi riconosco in una “dottrina” di tipo esclusivo, quanto perché Cristo è per me la cifra di tutta l’umanità ed Egli è il traguardo di ogni essere umano.
In questa luce voglio approfondire il mio cattolicesimo, voglio indagare i molti spunti che mi offrono i cristiani del mondo. Nella fattispecie della nostra realtà, scopro di recente che in Italia c’è ancora molto più fervore cattolico di quanto non pensassi. Lo si può vedere nelle sollecitazioni di Vito Mancuso o di una teologa fuori come Adriana Zarri (ma sono ben consapevole che in realtà nasciamo tutti fuori, e solo dopo – eventualmente – andiamo dentro, dopo una riflessione che può durare anche tutta una vita). Ma ciò che più mi ha colpito di recente è scoprire un libro, Dieci!, scritto a quattro mani + due. Sto parlando dello scrittore ed editor Giulio Mozzi e dello scrittore e musicista Valter Binaghi. Il terzo è chi scrive l’introduzione, Tullio Avoledo, che dice:
«Viviamo in un continuo cicaleccio, in un rumore di fondo fatto di stupidaggini. Qualcuno cerca di ingannarci, di farci credere che non siamo cristiani. Perché? Perché un cristiano non ha paura. E questo mondo è dominato dalla paura. L’Apocalisse è diventata la cifra del futuro.
Ma apocalisse, in greco, vuol dire rivelazione».
Non me l’aspettavo, forse per un mio pregiudizio che categorizza in modo eccessivo persone, pensieri e appartenenze ancor prima di conoscere a fondo. Quindi sono più che curioso (intellettualmente e positivamente curioso) di scoprire in che modo anche questi autori abbiano riflettuto e offrano riflessioni a chi vuole essere cattolico nel senso più universale possibile. È tempo di fermarsi a scoprire le pieghe nascoste della nostra spiritualità, senza fermarsi di fronte a falsi steccati e stupidi pregiudizi. Volete farlo con me?
Grazie per l’attenzione.
Di niente! Mi sembra fondamentale interessarsi di tutte le voci, nella crescita personale.