Ecco cosa diceva Gustav Mahler circa il concetto di banalità. Mahler è il compositore più grande del Novecento, erede del sinfonismo beethoveniano, ma in vita (e anche dopo) molto osteggiato e criticato per aver “osato” unire la banalità del mondo contemporaneo alla musica più sublime che si possa concepire (suo il famoso adagietto della Quinta Sinfonia utilizzato da Visconti in “Morte a Venezia“).
Mahler ammise poi di non avere il senso di ciò che i musicisti chiamano “banale”. “Che cos’è banale?”, domandava, senza attendere una risposta. “Si deve solo scrivere senza preoccupazioni, come uno sente”.
E se lo diceva lui… (trasportiamo il concetto alla letteratura, e ci rendiamo conto di quanto poco valgano le critiche mosse alla scrittura di Stephen King per quasi tutta la sua vita, e solo oggi avvicinato come uno dei più grandi scrittori degli ultimi decenni. In fondo è stato più fortunato di Mahler, che in vita diceva: “Il mio tempo verrà”)
Godiamoci anche la musica, diretta da Abbado.
Musica bellissima!
E’ paradossale come tu sia diventato cultore di Mahler mentre io l’ho abbandonato dopo essere stato in pratica quello che “lo portò in casa” tantissimi anni fà…avevo 14 o 15 anni quando sentì la sua Nona sinfonia e ne rimasi folgorato! Tu e gli altri a casa, non potevate sentirne nemmeno una nota…abituati alle armonie classiche…io invece ero là che impazzivo dietro la scoperta di questa musica ‘nuova’ per me. Poi, negli anni è cambiato tutto 🙂
Quindi oggi tu sei divenuto un gran cultore della musica di Mahler. Bravo!
Il maestro viene sempre superato. Sempre! 😀
Finalmente Fabio ha scoperto i panni sporchi… Fabrizio, copriti il capo di cenere! muhahahahah
La verità é solo una: Gustav ha previsto ciò che avrebbe detto king