ISBN: 9788820066932
Trama: Scott Carey sta percorrendo senza fretta il tratto di strada che lo separa dal suo appuntamento. Si è lasciato alle spalle la casa di Castle Rock, troppo grande e solitaria da quando la moglie se n’è andata, se non fosse per Bill, il gattone pigro che gli tiene compagnia. Non ha fretta, Scott, perché quello che deve raccontare al dottor Bob, amico di una vita, è davvero molto strano e ha paura che il vecchio medico lo prenda per matto. Infatti Scott sta perdendo peso, lo dice la bilancia, ma il suo aspetto non è cambiato di una virgola. Come se la forza di gravità stesse progressivamente dissolvendosi nel suo corpo. Eppure, nonostante la preoccupazione, Scott si sente felice, come non era da molto tempo, tanto euforico da provare a rimettere le cose a posto, a Castle Rock. Tanto, da provare a riaffermare il potere della parola sull’ottusità del pregiudizio. Tanto, da voler dimostrare che l’amicizia è sempre a portata di mano. (tratto dal sito di Sperling & Kupfer)
In questo racconto lungo, Stephen King dimostra una mano a prima vista leggera e differente da quella utilizzata in quasi tutti gli altri romanzi. La narrazione brilla per soavità, i toni luminosi primeggiano anche nella triste vicenda del protagonista. Poco alla volta, il lettore viene accompagnato nella questione di fondo, che è una questione grande come il mondo: in che modo dire addio ai propri cari? Ed è qui che ci si rende conto che Elevation è tutto fuorché un racconto soave e leggero.
L’aspetto stilistico, infatti, risulta tanto lieve per un semplice fatto: l’autore ha selezionato la sua modalità più diafana, che tuttavia è sempre stata presente, in quasi tutte le storie che ha narrato. Si tratta di una cernita e di una sua scelta basilare, effettuata prima di mettersi all’opera: mostrare la gravità della vita di ogni giorno, come ha sempre fatto, oppure concentrarsi – stavolta – sugli effetti e le presenze leggere della bellezza del nostro destino, che già agisce nel presente in mezzo alle contrarietà della vita? Ecco, la sua risposta è stata di certo la seconda, e così il Re ha dato corpo a una leggerezza che si innalza sempre più verso il cielo.
Elevation diviene, così, non una favola (come alcuni hanno sostenuto) e nemmeno un racconto simbolico (come altri hanno detto), ma la narrazione di ciò che accade nell’essere umano quando si avvicina alla fine. Non la tristezza di chi guarda un caro allontanarsi per sempre, ma la bellezza di rapporti che si fanno finalmente reali, consistenti e duraturi.
Grazie, Stephen. Questo è il racconto di cui ciascuno di noi ha bisogno nei momenti dell’addio.