
Ti contattano per farti i complimenti. Normalmente non leggono nulla di ciò che scrivi, però: “Ciao, sono uno scrittore. Ti segnalo il mio libro, visto che ti piace il fantasy”.
Oppure: “Ehi, visto che è il tuo compleanno, ti regalo uno dei miei libri gratuiti”.
Alcuni ti lisciano il pelo finché gli torna utile, per poi abbandonarti ai margini delle strade: “Scusa, ma tu non sei più compatibile con quello che scrivo e, SOPRATTUTTO, con i gusti del MIO editore”.
Talvolta ti seguono come spie nascoste dietro l’angolo e ritrovi le loro tracce inquietanti sui sentieri percorsi nel passato.
Ce ne sono, poi, che applaudono a ogni spron battuto, in modo particolare quando pubblicizzi su Facebook un post lungo 50 righe e il “mi piace” compare dopo circa 4/5 secondi. Solo dopo alcuni mesi vieni a scoprire che hanno pubblicato il loro primo libro.
L’autoreferenzialità di molti vanity writers è fenomenale. Al loro apprezzamento preferisco quello di migliaia di lettori che se ne stanno nell’ombra, ma ti seguono con gioia e aspettativa. Quando decidono di uscire allo scoperto (il che avviene molto di rado), si trasformano nella gratuita soddisfazione della sorpresa.