
Quanta frustrazione e cattive sensazioni riesce a trasmettere un dirigente sui suoi sottoposti? E quanto poco spesso si riflette a tal riguardo? Troppo poco, e noi subiamo zitti, troppo spesso.
Mi viene da pensarlo riflettendo sui nostri politici: quanto li consideriamo nostri dirigenti e quanto ci influenzano, permettendo a loro o impedendo a noi i rispettivi modi di fare?
Mi viene da pensarlo riflettendo, per esempio, sul M5S e sul suo rapporto con il “dirigente” Grillo (che ovviamente si tiene bene a distanza da una tale definizione), sul Pdl e sul Pd (anche se in quest’ultimo caso parrebbe più che i sottoposti – leggi parlamentari, iscritti al partito e votanti – amino fare l’esatto contrario di ciò che la dirigenza indica).
Mi viene da pensarlo interrogandomi sul mio rapporto di lavoro, insegnante, messo a confronto con i vari dirigenti scolastici con i quali lavoro.
Mi viene, infine, da chiedermelo pensando a Geshwa Olers e al suo rapporto con i cosiddetti “capi” del mondo di Stedon, guerrieri, Maghi e saggi che hanno fatto la storia del loro mondo, e nei confronti dei quali Geshwa si sente (anche) in dovere di comportarsi in un determinato modo. Onde non deludere gli altri, onde non deludere se stesso.
Come tutti noi, in fondo. Non è vero?