Quando si passa una bella giornata, non c’è bisogno di molte parole. Purtroppo la mia permanenza in quel di Castellanza, per il Festival Tolkieniana Net è stata molto breve, solo dall’una alle sette, complice la mia stanchezza, ma seppur breve, molto piacevole. Ho rivisto con gioia Gianluca Comastri (d’ora in poi lo chiamerò “memoria di ferro”), Fabio Porfidia e Paolo Gulisano. Ho conosciuto davvero con molto piacere Edoardo Volpi Kellermann, organizzatore assieme a Gianluca dell’evento. Insieme sono riusciti a creare una prima edizione di questo festival con la magica atmosfera della Terra di Mezzo. Ed è sempre rinfrancante partecipare di quell’atmosfera. Il festival si è riempito in entrambi i giorni. Quando sono andato via, c’era la musica celtica a farla da padrona e il giardino della Villa davvero pieno di gente. Ok, promesso, la prossima volta andrò lì per lo meno fin dall’alba.
Infine, una piccola nota, che per me è significativa. L’editore Fabio Larcher, non so nemmeno io esattamente per quale motivo, mi aveva sempre ispirato rispetto quando non lo conoscevo. Mi dispiacque molto quando venni a sapere che aveva dovuto chiudere la casa editrice. Ieri l’ho conosciuto di persona, e con una nuova casa editrice, Edizioni Per Sempre, che – per esempio – ha ripubblicato il mitico Zuddas. Perciò non perdetelo d’occhio! Personalmente non lo farò. Il personaggio (perché di personaggio si tratta) mi è sembrato un incrocio tra un elfo e un folletto, una persona simpatica e affine a pelle. Abbiamo scherzato sulla mia fama di rompiballe della rete e conto di poterlo fare nuovamente in un vicino futuro.
La tavola rotonda, poi, è stata molto interessante, anche se breve a confronto delle moltissime cose che ci sarebbero state da dire. Inutile sottolineare come a ogni intervento dei partecipanti (oltre al sottoscritto, c’erano Gulisano, Morganti, Testi, Nejrotti, Marta Leandra Mandelli e Ladavas), gli spunti si moltiplicassero, fornendo materiale per altre sei tavole rotonde. Centrata sull’interrogativo “Tolkien uomo anti-moderno o moderno in senso differente”, è stata occasione per scoprire quanto lo scrittore fosse comunque persona anticonvenzionale, del tutto slegata dalle logiche contingenti, in una libertà che gli permetteva di prendere posizioni non banali di fronte alla difficile realtà che si trovò a vivere a cavallo della Seconda Guerra Mondiale. La sua complessa figura emerge nella ricchezza di argomenti, di piani di lettura e di varietà narrativa della sua grande e immortale opera. Per quanto mi riguarda, ho tentato di mettere in luce come i suoi libri siano in grado di offrire un nuovo e mai esaurito orizzonte di senso all’uomo disgregato della post-modernità, in continua ricerca di un nuovo modo di ricomporsi. Argomento da approfondire ulteriormente, senza dubbio. Confido nel fatto che ci sarà l’occasione.
Questo è quanto. Una bella mezza giornata ritemprante, prima di tornare al lavoro.