Strumenti di scrittura

Internet mette a disposizione molti strumenti che possono aiutare la scrittura. Dizionari, vocabolari, enciclopedie, siti specilizzati. Ma i numerosi siti gratuiti possono anche fornire informazioni sbagliate, per la mancanza di un finanziatore interessato alla correttezza dei dati presentati al lettore. Perciò è bene saper distinguere tra un’informazione certa e assodata, come può essere quella di un dizionario titolato, e un’informazione che corre il forte rischio di essere inesatta o incompleta, come quella che possiamo trovare su un’enciclopedia on-line quale Wikipedia.

Personalmente, quando scrivo utilizzo strumenti di vario genere dei quali vi voglio fornire una lista. Chissà mai che non possa tornare utile anche a qualche aspirante scrittore.

“Supporti”.
Il supporto normale sul quale scrivo è di due tipi:
– la carta. Presenta alcuni aspetti notevoli, quali il fatto che la carta possiede un fascino speciale, da vero scrittore. Non che la carta modifichi la sostanza di ciò che si scrive ma io preferisco di gran lunga una pagina da tenere tra le mani allo schermo piatto e modificabile di un computer.
Ci sono tre tipi di supporto cartaceo:

  • la pagina A4, frutto del lavoro alla macchina da scrivere. Due belle risme di carta non mi mancano mai!
  • la pagina A4, stampata, frutto del lavoro al computer
  • il quaderno, normalmente preferisco i moleskine, pratici, eleganti. Ne ho una collezione di una cinquantina di pezzi. Li uso soprattutto per prendere appunti, per gettare idee che poi si evolvono nella mia mente, per schizzare disegni e schemi, architetture e altro. Li numero con un ex-libris da me creato. Puro divertimento.

– il computer. Il vantaggio notevole è che permette di accorciare i tempi di scrittura grazie a tutte le funzionalità di cui sono dotati i programmi di scrittura. Il problema principale è che non si può stringere tra le mani nulla di concreto e che il testo può essere modificato all’infinito.
Detto questo, preferisco di gran lunga il computer portatile al computer fisso, per la possibilità di scrivere in qualsiasi condizione e situazione, in qualunque luogo, a qualunque ora.

“Penne”.
Per penne intendo tutto ciò che mi permette di scrivere, nel vero senso del termine. Perciò posso parlare di:
– macchina da scrivere. È la “penna” che principalmente preferisco. Ho una Olivetti Linea 98 e diversi nastri nero/rosso. Il notevole vantaggio della macchina da scrivere per me consiste nel poter scrivere con senno, perché ti costringe ad andare lentamente e a pensare a ciò che stai scrivendo. La costruzione delle frasi risulta molto più riflessa e adeguata. Un altro notevole vantaggio sta nell’atmosfera che essa è in grado di creare. Il ticchettio delle lettere che battono contro la carta, il rumore del rullo e della carta che viene tolta fa parte del godimento di uno scrittore.
Per contro, il principale svantaggio sta nel fatto che quanto scritto con la macchina da scrivere dev’essere in un secondo momento ricopiato a computer, necessariamente. Alle Case Editrici va inviato il manoscritto stampato a computer. Perciò doppio lavoro!
– computer. Il principale vantaggio è la velocità. Una volta che si è corretto il testo, è pronto per la stampa e non ci si deve preoccupare eccessivamente della distribuzione del testo sulla pagina, se si è utilizzato correttamente il programma di scrittura. Il secondo vantaggio è lo spazio. Non ci saranno elenchi di schede, malloppi di stesure ma tutto il lavoro sarà contenuto in un piccolo dischetto o, meglio ancora, in una chiavetta della grandezza di un accendino.
Il principale svantaggio, invece, per me consiste nell’eccessiva velocità di scrittura. Essendo bravo come dattilografo, riesco a scrivere su schermo le idee come le penso, con la conseguenza che faccio una grande fatica ad apporre un filtro stilistico che, perciò, dovrò adoperare soprattutto in un secondo momento. Un altro svantaggio è che ogni tipo di supporto elettronico può andar perso.
– penna. La penna è un po’ ostica, perché bisogna trovare quella che scivoli bene sul foglio. Preferisco le bic a sfera piuttosto di quelle a punta fine e simili.
– matita. La utilizzo molto, soprattutto per correggere. Al riguardo non uso il rosso, ma la matita grigia a grana dura. Il più delle volte correggo direttamente sul foglio stampato; altre volte sul retro del foglio stampato, soprattutto se devo aggiungere brani più o meno lunghi.
– pennino. Uso pennino e inchiostro, nero e rosso, in particolar modo per scrivere brani nelle lingue che invento. Mi piace creare un foglio con il brano tradotto, per esempio, in Grodestiano Antico, utilizzando l’alfabeto grodestiano e producendo un manoscritto quanto più decoroso possibile.

“Libri”.
I libri possono essere di vario genere.
– libri specialistici. A seconda di ciò che devo scrivere, occorre prima un livello di preparazione adeguato affinché non si scrivano assurdità. La coerenza del narrato è un dato fondamentale – dal mio punto di vista – per la verosimiglianza del racconto. Per questo motivo è fondamentale prepararsi tecnicamente. Spesso mi trovo a utilizzare manuali tecnici, o a scartabellare schede tecniche, per esempio di fortezze, schemi di battaglie, alberi genealogici; ma anche i saggi sono parte integrante della preparazione prima di mettersi di fronte alla pagina bianca di una macchina da scrivere o di un computer.
– la grammatica italiana. Non si conosce mai abbastanza. È utile trovarne una molto chiara e che presenti la varietà dei casi moderni, perché oggi la lingua è utilizzata in modo diverso da come la si usava trent’anni fa. Io ho la Grammatica Italiana di Luca Serianni (con la collaborazione di Alberto Castelvecchi), UTET.
Utilissimo un sito on line, liberamente consultabile:

  • il sito dell’Accademia della Crusca, nel quale si trova un forum in cui vengono discussi molti dei dubbi linguistici che normalmente attanagliano gli italiani, anche gli scrittori. Loro conoscono l’italiano!

– dizionari. Non se ne può fare a meno. Ogni termine ha il suo significato specifico e troppo spesso si usano le parole come vengono, senza preoccuparsi che siano proprio le parole adeguate al contesto. A volte le differenze tra un lemma e l’altro sono così lievi che è indispensabile ricorrere a un dizionario: anche quando si crede di conoscere bene la lingua italiana.

  • Dizionario analogico, per conoscere gli ambiti di significato di alcuni termini. Io uso il Dizionario analogico della lingua italiana della TEA.
  • Dizionario etimologico, per conoscere l’origine delle parole e la loro evoluzione. Io uso il Dizionario etimologico di Pianigiani. Ma anche il sito www.etimo.it
  • Dizionario dei sinonimi e dei contrari. Uso il Cinti, oppure – on line – il De Mauro Paravia. Ma anche Sinonimi master.

– vocabolari. Il vocabolario della lingua italiana dev’essere consultato in continuazione, soprattutto per scoprire se una parola esiste oppure no. Ci sono anche vocabolari specifici per determinati ambiti, per esempio il vocabolario dei termini marinari, o il vocabolario giuridico, e così via. Personalmente uso innanzitutto il Vocabolario della Lingua Italiana dello Zingarelli.
Poi ce ne sono altri:

– enciclopedie. Qualunque tipo di enciclopedia, accertandosi prima che non sia un’enciclopedia specifica su un determinato ambito. Ce n’è per tutti gusti: enciclopedia d’arte, enciclopedie universali, storiche, geografiche, scientifiche, filosofiche, ecc. E per ogni ambito ci sono varie suddivisioni.
Io ne ho di svariati tipi, soprattutto in ambito umanistico: arte, letteratura, storia, filosofia ma anche molte geografiche. Inoltre mi vanto di un paio di enciclopedie dell’800:

  • la Storia Universale di Cesare Cantù, risalente al 1838-1846, in 17 volumi.
  • la Storia della Letteratura Italiana, risalente al 1805, in 20 volumi.

Vi chiedete a cosa possano servire? Per avere una visione storica di ciò che gli italiani hanno pensato del mondo. Secondo me è molto utile saper espandere il proprio orizzonte visivo e accorgersi dei mutamenti interni ed esterni alle persone. Se devo scrivere un romanzo ambientato nel secolo scorso, non sarà necessario informarsi solamente sugli usi e costumi di quel periodo, sulla geografia e la politica del tempo e cose simili. Ma sarà fondamentale entrare in quella mentalità e leggere ciò che scrivevano è uno dei metodi migliori!

  • Enciclopedie multimediali: come quella curata da Umberto Eco,Encyclomedia (che adoro); 
  • Enciclopedie on-line: come Wikipedia (piuttosto inesatta, soprattutto nella versione italiana) e l’Enciclopædia Britannica, che però è in inglese ed è a pagamento (pur se contiene un free trial di 30 giorni).

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