Già in un articolo precedente (questo) mi era capitato di approfondire il simbolismo del gemello nel mio romanzo principale, Storia di Geshwa Olers, ma qualcosa mancava all’appello. La dimensione interiore del gemello.
Quella che Jung additava (sensatamente) chiamandola ombra. Una parte insita in tutti noi, con la quale si gioca, con la quale si lotta, con la quale si cresce, nel tentativo di farla diventare sempre più nostra, differenziandocene. Ecco una poesia che parla proprio di questo. La sera è sempre fruttuosa!
Tu il mio doppio
E parte a me interiore
Esteriore che voglio dentro
Tu gemello che amo
Amore-odio
Sempre cacciato
Di quella caccia che nasconde l’Amore
Fratello mio incapace di lasciarsi
Allontanare
Perché così vicino che sei dentro
Un dentro che mi piace
Che respingo per cercarlo
ancora darmi un’occasione nuova
Di sentirti fuori
anche se dentro. Geme
Gemello in me
Fratello fuori dal suo corpo.
La massima esperienza
Nel fermo movimento
Per raggiungerti
Perché sei in me anche se fuori
E seppur fuori, in me
Come nessun altro mai
Per quel legame
Erotico, Che è l’Amore
(Neppure il grande oceano!
Neppure lui potrebbe spegnere
L’Amore)
Ricerca di quel che già possiedo
E che respingendolo
Confermo appartenermi.
Fratello mio gemello