L’Italia è morta?

zombie-politiciA proposito di zombie…

Mi rendo conto che si tratta di uno dei pensieri forse più ricorrenti nella mente degli Italiani in questi ultimi anni. Tutto dà l’idea che in effetti le dirigenze d’Italia non sappiano più riconoscere il valore e i progetti significativi, in questo nostro Paese che non sembra più in grado di farsi valere.

Giovani che progettano software in grado di far risparmiare la Pubblica Amministrazione vengono tranquillamente respinti (ma poi trovano fortuna all’estero, ovviamente); scrittori che propongono romanzi molto validi e spesso originali devono affidarsi all’autopubblicazione o alle risorse gratuite della rete, salvo trovare in alcuni rari casi fortuna all’estero; artisti eccellenti riescono a pubblicare la loro musica o a vendere le loro immagini oniriche o a sfruttare il loro potenziale tecnico al servizio delle grandi major holliwoodiane perché il cinema, qui da noi, è solo frutto di ideologie e di scarsità d’investimenti. Gli altri artisti devono riferirsi ai maggiori centri culturali del mondo, che non sono certo quelli italiani (anzi, l’Italia appare sempre più paralizzata in un’incapacità perfino critica di parlare d’arte). Gli scienziati emigrano, e quei pochi che rimangono in Italia lo fanno perché hanno avuto la rarissima fortuna di guadagnarsi in passato una posizione di rilievo o perché hanno deciso eroicamente di dedicarsi allo sviluppo di una società che non li ripaga nel modo adeguato.

Tutto sembra dire che l’Italia stia morendo o, ancora peggio, che sia già morta da tempo. Dobbiamo solo rendercene conto? Ma (e siamo al peggio all’ennesima potenza)… è solo colpa dei politici?


2 risposte a "L’Italia è morta?"

  1. I politici hanno le loro belle colpe, ma tutte le colpe non sono solo loro: troppo facile far ricadere la responsabilità sugli altri.
    La realtà è che se si è arrivati a un certo punto è perché lo si è permesso, la colpa è di tutti per tutte le volte che non si è fatta la propria parte, che si è stati fermi, perché anche non fare niente è fare qualcosa. Il problema è che le dirigenze sono specchio di ciò che è la maggior parte della popolazione, sono l’incarnazione di una mentalità sbagliata che ha portato danni.
    Il vero problema è che l’Italia è fatta di milioni di quei politici che si disprezzano e si criticano tanto.

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