
In un articolo del 1980, The Mosaic and the Plate Glass, Isaac Asimov esemplifica due differenti modalità di scrittura. Credo che quel brano sia estremamente illuminante per ogni scrittore di ogni epoca. Ve lo riassumo.
Ci sono due modalità di scrittura, una basata sulla ricerca della bella parola e della bella frase, l’altra basata sul desiderio di far comprendere al lettore.
La prima, che Asimov paragona alla creazione di una vetrata istoriata, tende a creare una bella composizione di colori e un’immagine complessiva molto affascinante, nella quale il suo creatore può affermare il proprio nome e la propria bravura, che però impedisce all’occhio di giungere oltre la sua superficie e non permette di scorgere quel che si trova al di dietro. Ipotizzate che dietro la vetrata vi sia una strada piena di vita, il nostro occhio si fermerà alla superficie della vetrata perché quello è lo scopo di essa.
La seconda modalità, paragonata alla funzione del vetro di una finestra, è come una superficie quasi invisibile che permette di vedere la realtà al di là di essa, ed è fatta di parole semplici, discorsi chiari e scomparsa dell’autore. Il tutto, in funzione della chiarezza nei confronti del lettore. Quel che si chiama ‘narrare per farsi capire’.
Ora, proviamo a chiederci: in quale tipologia narrativa rientrano la maggior parte degli scrittori italiani? E quelli anglosassoni? Da parte mia, attraverso la lettura degli scrittori inglesi o americani (direttamente in inglese), miro a raffinare la capacità di espressione, perché tutti possano cogliere immediatamente quel che racconta la mia scrittura.