C’è un cantante che da tempo si lascia ispirare dalla natura e da tutto ciò che di divino e umano vi è in essa. Si chiama Giuseppe Festa, di certo lo conoscerete come voce dei Lingalad, secondo me il gruppo che in passato ha meglio saputo interpretare lo spirito di Tolkien e quello dei boschi in alcuni indimenticabili dischi.
Giuseppe è un tipo modesto, semplice, e ho avuto la fortuna di conoscerlo qualche anno fa. È stato lui a prestarsi come intervistatore in una delle mie prime presentazioni pubbliche di Storia di Geshwa Olers, nel lontano 2007. Eravamo in una locanda saltata fuori dalla narrativa fantasy più bella, in un luogo a metà strada tra Cremona e Piacenza (locanda nella quale, qualche tempo prima, avevo stretto amicizia con buona parte degli autori fantasy che ancora oggi apprezzo di più).
Sono cose indimenticabili, belle atmosfere che ti rimangono dentro e che ti dicono lo spessore di incontri talvolta quasi casuali. Quello con Giuseppe Festa si è prolungato nel tempo, per mia fortuna, e mi ha portato a scoprirlo anche come scrittore. Dopo il suo primo romanzo pubblicato da Fabio Larcher (guarda un po’, nomi che ritornano…), I boschi della Luna, Giuseppe è riuscito ad approdare a Salani Editore, con quello che si preannuncia come un emozionante viaggio nel rapporto tra uomo e natura.
Si intitola Il passaggio dell’orso. Ecco la trama
Un pericoloso bracconiere a caccia di orsi, un guardaparco coraggioso e determinato e due ragazzi che vivranno un’avventura indimenticabile. Kevin, studente metropolitano svogliato e tecnologico e Viola, aspirante naturalista, si ritrovano al Parco Nazionale d’Abruzzo per lavorare come volontari. La loro storia si intreccia con quella di un giovane orso rimasto orfano che, senza la guida della madre, non riesce a cavarsela da solo nella foresta. Attratto dal mondo degli uomini, l’orso si trova a giocare con il fuoco: il fuoco caldo di chi vuole proteggerlo e quello fatale del nemico. Perché il Parco è terreno d’affari per molti. E qualcuno trama nell’ombra per sterminare gli ultimi, preziosissimi esemplari di orso marsicano.
Il più antico Parco italiano diventa teatro di un legame indelebile tra un ragazzo e un cucciolo d’orso. Un racconto emozionante alla scoperta della natura e delle sue meraviglie.
ed ecco quel che ne dice Dacia Maraini
Un racconto bellissimo di orsi e di uomini. I sentimenti, le paure, le fragilità ma anche il coraggio, la voglia di vivere e la generosità di esseri così diversi, eppure così simili. Un romanzo che celebra la natura e gli animali, senza venir meno al rispetto per gli uomini.
Non posso che consigliarvelo. Per farvi entrare nell’atmosfera del romanzo, ecco il booktrailer.
E già che ci siamo, ecco il video di Il vecchio Lupo, dei Lingalad.