Prima di quanto pensassi, la raccolta L’alieno nella mente è stato messo in vendita su Amazon.it.
Lo potete trovare qui e costa 2,68€. Per far seguito al precedente post in cui spiegavo perché ho deciso di provare la pubblicazione via Amazon, vi propongo anche l’introduzione alla raccolta. Spero possa stuzzicarvi maggiormente l’appetito. A domani le brevi introduzioni ai racconti.
Alcuni dei racconti che fanno parte di questa raccolta sono già stati pubblicati, mentre altri sono del tutto inediti. La mia intenzione è quella di dare la possibilità di leggere praticamente tutti i brevi racconti che ho scritto – per lo meno quelli degni di essere letti e, soprattutto, a chi è così folle da volerlo fare davvero – a chi non vuole spendere soldi per acquistarli singolarmente, o inseriti nelle antologie. Le antologie sono una bellissima iniziativa, oltretutto, genere di pubblicazione da poco riscoperto in Italia nel settore della narrativa fantastica.
Il boom della letteratura di genere fantasy e horror è cosa piuttosto recente, come ben si sa, legata nel nostro Paese al successo e al diffondersi delle grandi saghe cinematografiche. Forse, però, il moltiplicarsi di pubblicazioni di genere fantastico non è da considerarsi come un fungo spuntato dalla notte alla mattina grazie all’improvvisa umidità nel bosco. Si è trattato spesso di materiale che gli scrittori (o gli aspiranti tali) tenevano chiuso nei loro cassetti e che gli editori – quelli che tradizionalmente pubblicavano narrativa fantastica in tempi non sospetti e quelli che si sono riscoperti affascinati da questo settore in tempi più recenti – hanno deciso di mettere nero su bianco. C’è stato un profluvio di libri di vario spessore e qualità inimmaginabile fino a soli dieci anni fa. Ben venga il boom della narrativa fantastica e ben vengano romanzi più o meno discutibili sul fronte della qualità, se è vero – come è vero – che alcune perle si sono viste, soprattutto negli ultimi due o tre anni. La cosa per me più significativa è che si tratta spesso di perle macchiate di sangue e del fumo dei roghi.
Già, la narrativa fantastica sta lentamente declinando verso il gotico e l’horror. Sono convinto che la predilezione per questi filoni sia legata agli anni di crisi profonda che sta attraversando il nostro Paese (e con esso mezzo mondo, per lo meno quello che una volta si diceva avanzato). Vogliamo parlare delle motivazioni di questo possibile collegamento? Solo un accenno. Forse, la necessità di affrontare il mostro economico e sociale che ha attentato con sempre maggior ferocia le nostre case, famiglie e tasche in questi ultimi anni è alla base di un successo in continua crescita per una narrativa capace di parlare della parte nera, buia e tenuta ostinatamente segreta della nostra anima. E dal momento che non siamo altro che gruppi di anime che tentano di convivere, è come tener nascosta a tutti i costi la parte oscura della nostra società. Quando i soldi mancano e il cibo scarseggia, il lavoro diventa a sua volta un mostro bifronte: da un lato è ciò cui si ambisce, dall’altro è ciò che ci condanna. In Italia, poi, con la politica del lavoro che si è sempre fatta (e che ha sempre più colpito, battuto e quasi sepolto i giovani desiderosi di darsi da fare), il problema è risultato ancora maggiore.
Se non trova il modo di esprimere ciò che di negativo, pericoloso e mortale si aggira nella sua vita, una società immersa in questa condizione rischia di esplodere. La narrativa horror, allora, assume un valore sociale che altri generi difficilmente conoscono. Il cosiddetto mainstream, ai nostri giorni ritenuto ancora la modalità narrativa più adatta a raccontare la realtà, non è spesso in grado di parlare dei problemi che rischiano di mangiarci vivi con la stessa adeguatezza dell’horror. E mi fermo qui.