Super 8

Super 8 locandinaHo sentito dire che è un film colmo di citazioni di Spielberg. Ieri sera l’ho visto e posso dire che è vero. Però non mi sembra la caratteristica più evidente di Super 8. Il film, di cui potete qui leggere la trama, è bellissimo. L’ho apprezzato in modo particolare per un motivo: credo si tratti soprattutto di un’operazione nostalgica, oltre che di un prezioso esempio di grande abilità tecnica. Sembra di vedere un film degli anni ’70. C’è esattamente tutto ciò che noi quarantenni abbiamo imparato ad apprezzare dei film dell’epoca e per i quali spesso proviamo una grande nostalgia, di fronte al tripudio di effetti speciali di oggi.

Qui gli effetti speciali ci sono eccome, ma non sono più importanti della storia, un’amicizia tra giovani che rimarrà per sempre grazie all’ingresso di un evento fantastico nelle loro vite e nelle loro passioni. Ciò che accade alla cittadina in cui vivono è esattamente quello che loro sognano di giorno. Noi spettatori nati negli anni Sessanta-Settanta abbiamo l’impressione di vedere un vero film di quel tempo, i cui soli effetti speciali sono di oggi. Addirittura le ingenuità della trama e dello svolgimento della storia sono frutto dell’approccio del regista come se fosse ritornato in quel tempo. Si avverte perfino una certa noia, dovuta alla lentezza della storia. Oggi siamo abituati alla velocità da videoclip che si è infilata ovunque: con Super 8 scordatevela. Il ritmo è, piuttosto, quello di un Jaws o di un Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo. Certo, le citazioni ci sono, è pieno zeppo, ma credo che non siano nemmeno tutte riferibili unicamente a Spielberg, come è stato scritto quasi ovunque. A partire dal mostro: in molti punti sembra più che altro la riproposta dei mostri fantascientifici di Serie Z, quelli in cui il ragno gigante era fatto facendo passeggiare una tarantola reale all’interno di un plastico. Le prime immagini che si vedono del mostro completo, tra l’altro, sono proprio quelle proiettate da un filmino in Super 8, quasi a voler affermare questa visione delle cose.

Per creare questo film, Abrams è andato nel passato ed è riuscito a dimenticarsi trent’anni di evoluzione cinematografica. Per questo motivo mi viene il dubbio che i ventenni o gli appena trentenni faticheranno ad apprezzarlo fino in fondo, a meno che non siano a loro volta dei già-nostalgici di una cinematografia che ormai non c’è più. Purtroppo.

Approfitto di questa non-recensione per segnalarvi la prima recensione di Il viaggio nel Masso Verde – versione 2011. L’ha fatta Ladyfronzen e potete trovarla qui. Inoltre, i download sono arrivati in 14 giorni a 165. Passati i primi giorni di numeri più grandi, ora la media si sta stabilizzando sui 10 download giornalieri.


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