Autopubblicarsi? Trovo, leggo e stralcio un brano da questo articolo pubblicato su La Stampa.
La storia di Amanda Hocking, invece, assomiglia più al finale romantico di una fiaba. La ragazza, 26 anni, è stata la prima ad essere sorpresa dal suo improvviso successo. Lo ha accettato in modo molto garbato nei mesi scorsi e ha sostenuto di non avere una ricetta da dare agli altri autori che si autopubblicano. Ha avuto l’opportunità della sua vita e l’ha accettata. Sicura di aver già fatto più di tanti altri in quel mondo, ha abbandonato il self-publishing ed è entrata nell’editoria tradizionale. E lo ha fatto convinta che un editore abbia ancora qualcosa da offrire (probabilmente non solo i due milioni di dollari). «I suoi fan sono rimasti scioccati dalla decisione», racconta il New York Times, «ma lei ha risposto sul suo blog che in fondo vuole solo essere una scrittrice e che non vuole impegare 40 ore a settimana per mandare mail, formattare copertine, cercare editor e fare altro che non sia scrivere».
A parte i due milioni di dollari mi è accaduta esattamente la stessa cosa. Peccato per l’esito, leggermente diverso.