La storia di Verulengo. Una delle caratteristiche del paese è che la sua popolazione non ha mai raggiunto i 2.500 abitanti.
I primi insediamenti risalgono all’epoca retica e il luogo è stato abitato fin da quel tempo senza soluzione di continuità. La popolazione, però, ha raramente superato le duemila anime. Da una ricerca condotta dalla Facoltà di Lettere, Dipartimento di Storia di Verona, risulta che l’andamento della crescita demografica di Verulengo è stato negli anni altalenante, con dei picchi massimi che raggiungono i 2.500 abitanti, dopodiché sembra sia sempre accaduto qualcosa che da un anno all’altro fa precipitare bruscamente la popolazione al di sotto del numero di mille.
Questo è successo fino al 1300 per le grandi epidemie di peste nera che hanno attraversato l’Europa, ma poi è accaduto nel 1557, quando influenze del luteranesimo dilagante nel resto del continente sono giunte fino al paese, suscitando una battaglia civile in pieno Concilio di Trento , che portò a un incendio. Esso si propagò fino alle case in legno, che costituivano la maggior parte della cittadina, e nel rogo la popolazione, che arrivava a 2480 abitanti, scese a 1675 unità, come documentano gli archivi della Diocesi.
Di nuovo è accaduto nel 1615, quando una tremenda ondata di caccia alle streghe, l’unica tanto accesa conosciuta nella zona, condusse al rogo oltre 300 donne. La popolazione di Merulengo , come era chiamato allora il paese, piombò a 2100 abitanti, dagli oltre 2400 precedenti, ma nel giro di un decennio la popolazione decrebbe ulteriormente a 1700 abitanti per il decesso degli anziani e l’assenza di nuovi figli.
Durante la Guerra dei Trent’anni il numero di anime del paese tocca il suo minimo storico: poco più di 900 abitanti. È in questo periodo che Merulengo era lì lì per estinguersi totalmente, ma i discendenti resistono, e i loro sforzi vengono premiati con oltre centocinquant’anni di grazia, durante i quali non accadrà più alcun evento luttuoso, se non quelli normalmente dovuti alla mortalità umana.
Alle soglie del 1781, quando alcune colonie inglesi al largo dell’Oceano Atlantico combattevano per rendersi indipendenti dalla madre patria, e mentre in altre parti del mondo veniva scoperto addirittura un nuovo pezzo dell’universo consistente nel pianeta Urano, a Verulengo qualcosa di molto insidioso cominciò a diffondersi tra la popolazione di un paese per la prima e unica volta oltre la soglia massima: 2580 abitanti. Si trattò di un’epidemia sconosciuta, che si era manifestata in tutta la sua virulenza nell’arco di un mese, dall’ottobre al novembre del 1780, e che falcidiò gli abitanti del luogo, riducendoli a una popolazione di poco più di 450 abitanti. Secondo le ricerche degli studiosi di Verona, l’espansione dell’epidemia sembra dimostrare una “intelligenza”, avendo toccato solamente le case di Verulengo e scomparendo definitivamente con coloro che avevano fatto da incubatrici. Rimane la memoria di uno dei fatti clinici più interessanti e non risolti del passato.
Per una ripresa e il raggiungimento, per l’ennesima volta, del fatidico numero di 2.500 abitanti, si devono aspettare altri centocinquant’anni, giungendo alle soglie del Ventennio fascista e a due eventi che hanno inciso profondamente su di esso: la conquista dell’Etiopia da parte dello stato fascista e il supporto militare alla falange di Francisco Franco nella Guerra Civile di Spagna. A entrambi i fatti la popolazione di Verulengo partecipa donando i suoi figli, il che si risolve con l’ennesimo tracollo delle nascite.
Nel 1950 il paese conta 1900 abitanti. Nel 1980 salgono a 2100.
Con lo sviluppo economico conosciuto dall’Italia negli ultimi anni del XX secolo, Verulengo sale a 2400 abitanti, soprattutto grazie all’insediamento di stranieri. La soglia fatidica dei 2.500 abitanti sta per essere nuovamente raggiunta.
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