QV su Sàbja de Fek e altri racconti, di Adriana Comaschi

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Sàbja de Fek1 – Riassumi in due righe (al massimo) il contenuto del tuo romanzo.

E’ una raccolta di leggende ladine, cui ho tentato di dare un inquadramento storico (o pseudo storico!), e alle quali ho premesso una breve nota sulla storia e la cultura ladina.

2 – Descrivi il personaggio di questo romanzo per te più importante.

Domanda difficile, in quanto ogni racconto ha un diverso protagonista. Forse, tra tutti, io preferisco Sabja de Fek, mitico sovrano di Contrin, valente guerriero e grande cantore, eppure sempre profondamente umano nei sentimenti, nelle debolezze e nel dolore. Ma, più che i vari personaggi, è la stessa terra dove vivono e agiscono che è in uno la protagonista di tutto il libro e il filo conduttore delle svariate storie; sono le valli, le montagne, i corsi d’acqua della Ladinia con la loro elusiva bellezza, con le misteriose presenze che l’animano ad assurgere a primi attori di tutta la raccolta.

3 – Quale legame c’è tra questa storia e l’attualità italiana?

L’eterno legame che esiste tra la realtà di un popolo e il suo immaginario collettivo, che inizialmente si ispira alla realtà, trasfigurandola, e che poi di questa realtà diventa elemento costitutivo, plasmandola.

4 – Qual è l’atteggiamento migliore che il lettore può assumere prima di cominciarne la lettura?

Quello che bisognerebbe avere sempre quando si apre un libro: una paziente e fiduciosa attesa, e la volontà di entrare nello spirito del racconto.

5 – In riferimento al romanzo nella sua complessità, in cosa ti riconosci e in cosa, invece, non ti riconosci?

Scopro parte di me in tutte le leggende e in nessuna, così come una madre si riconosce in tutti i suoi figli, senza però ritrovarsi completamente in nessuno di essi.

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